Il primo articolo del 2020 non può non essere significativo e vuol essere principalmente uno spunto di riflessione. Era il 12 giugno 2019, quando ho assistito al World Marketing & Sales Forum. Sono state tante le fonti di ispirazione e gli insegnamenti tratti da un evento così importante. Dopo vari mesi, però, una frase mi ritorna spesso in mente. Cosa ci fa un Rolex d'oro nella foto? Lo ha citato proprio Martin Lindstrom, uno dei maggiori esperti mondiali di costruzione di brand di successo destinati a durare. Ha collaborato con grandissime aziende come LEGO, Swiss Air Lines, Disney ecc. Lindstrom ha raccontato un piccolo aneddoto. Ha confessato di aver acquistato, oramai molti anni fa, un rolex d'oro da 20.000 euro. Fin qui potrebbe sembrarti tutto normale. Una persona di un certo spessore che indossa al polso un orologio di questo livello, può rappresentare un dettaglio non degno di nota. A tal proposito, una notizia di qualche giorno fa ha catturato la mia attenzione (non a livello personale, ma a livello concettuale). Ronaldo ha acquistato un Rolex del valore di 400 mila euro, con oro bianco 18 carati e decine di diamanti da 30 carati. Nulla di sorprendente conoscendo il personaggio. Del resto, ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio crede... Ma torniamo alla storia di Lindstrom. Il suo personale motivo celato dietro la decisione di indossare un Rolex è particolarmente indicativo e per nulla banale. Ha ammesso di averlo fatto per superare le proprie insicurezze e per dire a tutti "ce l'ho fatta". In sostanza il Rolex, in quanto oggetto di lusso e riconducibile ad un target medio-alto, rappresentava una sorta di rivincita personale per dimostrare il proprio status sociale. Tutto normale (per modo di dire) anche fin qui? Il risvolto positivo è stato che dopo diverso tempo si rese conto di quanto questo fosse un modo errato e poco autentico, di "gridare" con arroganza la propria situazione economica. Ovviamente, non c'è nulla di sbagliato nel portare al polso un Rolex d'oro, sia chiaro. Il discorso è legato al perchè e al modo in cui viene indossato. Del resto, se anche tu ti fermassi un attimo a ragionare su quali siano i brand che ti rappresentano maggiormente (in maniera autentica o costruita), ne troveresti almeno 5. Le persone si identificano nei brand, ma anche i brand si rivolgono ad un preciso target. Le nostre scelte di acquisto si basano proprio sulle nostre credenze, i nostri ideali, il nostro modo di pensare, di comunicare al mondo chi siamo, cosa facciamo e in che modo vogliamo distinguerci dagli altri. Al contrario, in alcuni casi ci omologhiamo agli altri solo per sentirci parte di un gruppo o di uno status symbol temporaneo e, a volte, insignificante. Non credi? Il punto nevralgico è: ci identifichiamo nei brand in maniera autentica o costruita? Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Anche se il Natale è oramai alle porte, c'è ancora qualche ora utile per acquistare un libro. Proprio nell'articolo "A Natale regala(ti) un libro", ti ho consigliato i 7 migliori testi (dal mio punto di vista) tra quelli letti nel 2019. La fine dell'anno è sempre il momento ideale per tirare le somme... Ecco, come promesso, la lista di tutte le 17 recensioni pubblicate nell'anno corrente: 1 - "Fare marketing rimanendo brave persone" di Giuseppe Morici 2 - "Digital Deep Marketing" di Francesco Galvani 3 - "Le armi della persuasione" di Robert Cialdini 4 - "The Game" di Alessandro Baricco 5 - "Neuromarketing" di Martin Lindstrom 6 - "La bibbia del marketing strategico" di Jay Abraham 7 - "Italia felix" di Andrea Illy 8 - "Fattore 1%" di Luca Mazzucchelli 9 - "Questo è il marketing" di Seth Godin 10 - "Copywriting persuasivo" di W. Brian P. Losito 11 - "Il potere delle abitudini" di Charles Duhigg 12 - "Zero concorrenti" di Marco De Veglia 13 - "The four" di Scott Galloway 14 - "Factfulness" di Hans Rosling 15 - "Scrivere per vendere" di Marco Lutzu 16 - "Growth Hacking Marketing" di Sean Ellis e Morgan Brown 17 - "Chi ha spostato il mio formaggio?" di Spencer Johnson Riporto una frase che ho pubblicato nel primo articolo del blog (nonché la lista dei libri letti nel 2018) e presente anche in una pagina del blog: "I libri letti sono molto meno preziosi di quelli non letti. Una biblioteca dovrebbe contenere la maggior parte di quello che non sappiamo". Umberto Eco Ci sono ancora tanti, ma tanti, libri nella mia libreria (quella vera) che ancora attendono di essere letti. Se adesso vuoi leggere tutte le recensioni pubblicate, spulcia pure la mia libreria digitale. Per approfondire tutti i 50 articoli scritti nel 2019, vai nel blog. Rinnovo i miei auguri di buone feste :) Buona lettura! Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Siamo quasi a Natale ed è tempo di regali... Tra vestiti, accessori, prodotti tecnologici e cianfrusaglie varie, c'è sempre posto per un bel libro da leggere. Un (auto) regalo economico, leggero, da portare ovunque e, se particolarmente avvincente, può aprirti la mente, farti viaggiare e farti innamorare. Che siano romanzi, saggi, libri di storia, di politica, di marketing o libri inerenti alla propria attività lavorativa, non è importante. Il gusto della lettura è assolutamente personale e non è discutibile. Certi libri vanno assaporati lentamente, altri divorati in un sol boccone. E solo alcuni, pochi, vanno masticati per digerirli completamente." Cornelia Funke Ma a tutto c'è un limite. Ad esempio, chi ha il coraggio di leggere, o addirittura di acquistare, il libro di Giulia De Lellis "Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo bene senza", fa parte di un'altra categoria... Io, come ben sai, se hai letto almeno una volta questo blog, amo leggere libri di marketing, vendite, saggi, crescita personale e via dicendo. Non mi dilungo, puoi scoprirli (dopo aver letto questo articolo) tutti navigando nella mia libreria digitale. Se stai cercando consigli su libri di ricette, romanzi strappalacrime o genere fantasy, mi dispiace deluderti ma hai sbagliato blog. Tra i miei libri letti nel 2019 (la cui lista andrà online prossimamente), mi sento di consigliarti questi 7 bellissimi testi (a mio modo di vedere da 5 stelle), molto diversi tra loro ma certamente validi e unici nel loro genere. Sono quelli che mi hanno fatto maggiormente ragionare, aperto la mente e offerto una visione inedita, inconsueta. Te li propongo in ordine sparso con una piccola descrizione di ognuno, al fine di darti una concreta idea del contenuto. Trovi le recensioni per intero all'interno del blog. 1- "Fare marketing rimanendo brave persone" di Giuseppe Morici Fare marketing rimanendo brave persone" è un libro eccezionale, scritto da Giuseppe Morici, che mi sentirei di presentare come uno dei più validi dell'argomento. Un testo completo, che definirei multidisciplinare per lo stile unico con cui viene trattato il marketing, che abbraccia la poesia, il cinema, la storia, la televisione e soprattutto la narrazione. Perché, in fondo, chi fa marketing deve avere capacità narrative. Esiste una visione del marketing diversa da quella costruita negli anni ottanta, che sia compatibile con la nostra società e con le nostre esigenze attuali? Come si può recuperare una nuova verginità al marketing, ricostruendo una sua nuova reputazione? L'autore propone una visione del marketing positiva, basata su sostenibilità e su principi etici. E' vero che tutte le aziende devono fatturare, ma si possono raggiungere utili anche con un approccio onesto e orientato al benessere delle persone. Un libro che consiglio a tutti gli imprenditori, marketer e venditori. In sostanza a chi opera in contesti aziendali e necessita di una visione diversa da quella attuata fino ad oggi. 2- "The game" di Alessandro Baricco The Game è un bellissimo viaggio che parte, appunto, dagli albori del gioco e arriva ai giorni nostri attraverso una raffinatissima e avvincente cronistoria, strutturata attraverso delle mappe, dell'evoluzione digitale globale, che a detta di Baricco è stata voluta dall'uomo e non certamente subìta. Il filo conduttore è il concetto di "semplificazione", un modo di pensare che ha completamente rivoluzionato le nostre menti: una semplice pagina web diventa il "tutto". Un approccio che ci permette di passare agevolmente dal reale al virtuale sfruttando tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Una vita a doppia trazione: il mondo e l'Oltremondo. Quella che lui definisce "insurrezione digitale", perfettamente contrapposta alla cultura novecentesca, basata invece sulla tradizione. E' la storia della superficialità al posto della profondità. E' la forma del Game. Un testo che mi sento di consigliare a tutti perchè offre uno spaccato della vita odierna (con diversi accenni al passato) e lo fa in maniera lucida, brillante, romantica e ironica. A tratti anche emozionante. Chi lo critica, o non lo apprezza, non ha capito il vero significato del libro. Grande Baricco! 3- "Le armi della persuasione" di Robert B. Cialdini Un libro che ha bisogno di poche presentazioni: è una pietra miliare dell'argomento (la prima edizione è del 1984), in quanto approfondisce i principali concetti legati alla comunicazione persuasiva, applicabili nel campo del marketing, delle vendite, della politica e in molti altri contesti. I principi descritti all'interno del testo sono senz'altro replicabili, in determinati ambiti, se lo scopo è aumentare le conversioni di un acquisto o semplicemente per modificare il comportamento o la percezione di un determinato prodotto o servizio. Cialdini ti spiegherà come una spinta emotiva è capace di cambiare drasticamente una decisione, e quindi un'azione e un comportamento di acquisto. Un vero e proprio must have che non può assolutamente mancare nella libreria di tutti gli appassionati di libri di marketing, business e vendita. 4 - "Factfunless" di Hans Rosling Ho acquistato Factfulness convinto dalle seguenti parole di Bill Gates, un divoratore di libri per eccellenza: “Uno dei libri più educativi che abbia mai letto. Una guida indispensabile per riflettere con chiarezza sul mondo”. Aveva dannatamente ragione, Factfulness rappresenta uno spaccato oggettivo del mondo con un preciso obiettivo: combattere l’ignoranza devastante con una visione del mondo basata sui fatti. Un capolavoro che può davvero aprirti la mente, farti scoprire cose che fino ad oggi avevi evitato, inconsciamente tralasciato oppure di cui non avevi alcuna conoscenza. I dati sono esposti in maniera così semplice che sono comprensibili a tutti e la lettura non risulta mai pesante. Il libro offre dati, grafici, strumenti e statistiche aggiornate sullo stato attuale del mondo e su come si è evoluto negli anni, con un taglio analitico ma al contempo leggero. Ti ricrederai sul 99% delle tue convinzioni e ti renderai conto che, in fondo, le cose non stanno andando così male come credi. Si tratta di un libro che dovrebbe leggere qualsiasi persona (a mio avviso andrebbe letto anche a scuola, dalle medie in su), perchè è in grado di educare al pensiero critico e trasmette l'importanza di approcciarsi alle notizie, o alla conoscenza in generale, in maniera oggettiva. In una parola: illuminante! 5- "Il potere delle abitudini" di Charles Duhigg Il potere delle abitudini ti insegnerà come un’abitudine si consolida all’interno del nostro cervello, ma non solo, capirai come identificarle e modificarle. Scoprirai che dominare le abitudini non è impossibile e lo puoi fare solo se sei consapevole e motivato a sostituire quelle cattive in quelle buone. La ritengo una lettura a tratti illuminante e una delle più interessanti, relative alla crescita personale, in cui mi sia mai cimentato. Il libro analizza i comportamenti di routine delle persone, delle aziende e delle istituzioni, attraverso racconti e storie di vita reali. Le abitudini sono un argomento molto dibattuto, ma questo testo ha un approccio pragmatico e facilmente comprensibile. Per questo motivo, mi sento di consigliarlo a qualsiasi persona, perchè già il fatto di leggerlo ti farà comprendere quanto sia necessario tramutare le cattive abitudini in buone. Ps. Compralo SOLO sei disposto a sacrificarti e se sei particolarmente dotato di pazienza, altrimenti è tempo perso. 6- La bibbia del marketing strategico" di Jay Abraham La bibbia del marketing strategico è un libro così introvabile che solo a nominarlo desta la curiosità di tante persone interessate ad approfondire l’argomento. Molto probabilmente lo starai ancora cercando online e intanto provo a darti i motivi per cui devi leggerlo. Che tu sia un imprenditore, uno startupper o un esperto di marketing, questo testo non può mancare nella tua libreria personale e nel tuo bagaglio culturale. Jay Abraham ti fornirà decine di consigli, casi studio, trucchi, pillole e strategie, frutto dell'esperienza della sua carriera di successo come consulente. Non ti aspettare nozioni o frasi d’effetto, si tratta di un libro di marketing operativo e strategico, utile per chi vuole lanciare o potenziare un business. 7- "Chi ha spostato il mio formaggio?" Chi ha spostato il mio formaggio? è un’avvincente storiella ricca di insegnamenti e significati, adatta a qualsiasi persona, direi anche ai bambini visto lo stile di scrittura facilmente comprensibile e veloce da leggere. Questo libricino, divenuto un bestseller a livello mondiale, ti farà comprendere l’importanza di fronteggiare i cambiamenti in maniera positiva, o ancor meglio, propositiva. Difatti, la storia si basa su quattro personaggi, diversi tra loro, che affrontano in maniera differente le avversità che si manifestano nel corso della loro vita. L’autore invita a riflettere sul proprio atteggiamento e sulla nostra predisposizione personale, quindi alla velocità nel prendere decisioni, davanti a ostacoli e cambiamenti nella nostra vita. Un libro che tutti devono leggere almeno una volta nella vita. Bastano 60 minuti per immergersi in questa simpatica e significativa lettura! Quale/i comprerò io? Lo scoprirai prossimamente... #aNataleregala(ti)unlibro! Buona lettura e buone feste! Ps. Adesso è arrivato il momento di spulciare la mia libreria digitale, o gli ultimi articoli del blog. Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. In Lego, vogliamo avere un impatto positivo sul mondo che ci circonda e stiamo lavorando duramente per creare prodotti di gioco per bambini che utilizzano materiali sostenibili. Questo è un grande primo passo nel nostro ambizioso impegno di realizzare tutti i mattoncini Lego utilizzando materiale sostenibile." Ebbene sì, dopo Ferrero anche Lego ha annunciato di abbandonare i materiali plastici. L'azienda ha comunicato di voler interrompere la produzione di blocchi di plastica entro il 2030. La cosa interessante, che pochi sanno, è che l'azienda danese non ha sempre utilizzato la plastica per produrre i mattoncini, tanto amati da grandi e piccini. Vediamo gli sviluppi più importanti dei materiali usati dall'azienda danese dagli albori ad oggi. L'azienda, nata nel lontano 1932 in un laboratorio di falegnameria, di proprietà di Ole Kirk Christiansen, ha realizzato i primi prodotti in legno. Uno dei primi è stata l'anatra in legno (vedi foto in basso), in seguito riprodotta, precisamente nel 2011, in mattoncini di Lego. Ma solo dopo due anni dalla nascita, ovvero nel 1934, nacque ufficialmente il nome LEGO (l'unione tra due parole: "Leg" "godt", che significa giocare bene) e da questo momento poi vennero creati anche i mattoncini in plastica, diversi da come li conosciamo oggi. Lego Duck risalente agli anni '30 Nel 1949 la LEGO ebbe la geniale idea di produrre i mattoncini ad incastro ("Automatic Binding Bricks"), visibili appunto nella foto sottostante. Tale prodotto, seppur rivoluzionario, andava però perfezionato in quanto i mattoncini non garantivano stabilità e il materiale in acetato di cellulosa non tratteneva bene i colori. "Automatic Binding Bricks", fonte foto LEGO La svolta dell'azienda la si può ricondurre al 1958, anno in cui nacque il modello “stud-and-tube”. Ovvero i mattoncini con tubo e bottone, molto simili a quelli che abbiamo oggi. La foto in basso è assolutamente rappresentativa e facilmente comprensibile. Mattonicini “stud-and-tube” Dopo due anni, appunto nel 1960, un incendio colpì l'azienda e da quel momento in poi la produzione dei giochi in legno venne definitivamente abbandonata. Dopo 3 anni venne sostituito anche il materiale e si passò dall’acetato di cellulosa alla plastica ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene). L’ABS è un materiale certamente stabile, in quanto trattiene meglio i colori e viene utilizzato ancora oggi. Inoltre, non è tossico, è antiruggine, resiste al calore, resiste a diversi acidi organici e inorganici, resiste al sale e agli oli animali, è sterile. Ecco che da quel momento in poi LEGO è stata fedele alla plastica. Ma arriviamo all'attualità e alla decisione strategica dell'azienda (notizia di qualche settimana fa) nell'impegnarsi a produrre mattoncini sostenibili, con l'obiettivo di sostituire la plastica a materiali vegetali ed ecologici. Tutti i mattoncini LEGO® saranno sostenibili entro il 2030 "Build the change", fonte foto LEGO La nostra missione è di rendere tutti i mattoncini LEGO® sostenibili entro il 2030. Perché? Perché essere sostenibili fa bene al pianeta! Vogliamo fabbricare mattoni con cose che possiamo ricrescere o riciclare. Non è facile perché vogliamo che i mattoncini LEGO sostenibili abbiano la stessa alta qualità a cui sei abituato, ma quello che sappiamo è questo: le grandi idee possono iniziare in piccolo, ma ci aiuteranno a costruire un pianeta più verde un mattone alla volta." I prodotti saranno, quindi, realizzati con materiali a base vegetale con l'obiettivo di ridurre i rifiuti di plastica. La LEGO lancerà la sua nuova linea ecologica composta da 25 diverse forme di mattoni che assomigliano a prodotti ispirati alla natura. Saranno fatti di polietilene, che è fatto di canna da zucchero, e verranno lanciati nei cofanetti Lego entro la fine dell'anno corrente. Pertanto, l'azienda ha ammesso che questo materiale non sarà abbastanza forte per realizzare normali pezzi Lego. Al fine di offrire i migliori prodotti possibili, LEGO sta investendo 1 miliardo di euro e assumerà circa 100 persone per assicurarsi che la sua promessa venga mantenuta. Lego ha dichiarato: “Le risorse dovrebbero essere reperite e utilizzate in modo responsabile, in modo da beneficiare ancora le generazioni future. Siamo costantemente alla ricerca di soluzioni più sostenibili per il nostro consumo di materie prime e il nostro packaging". Viva LEGO! Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Il mondo fu sempre composto di truffatori e di gente cui piace farsi truffare.” Voltaire Ispirato da un servizio de "Le Iene" su una una truffa da parte di un'azienda che prometteva di risolvere il problema della perdita dei capelli, grazie ad un miracoloso gel anticaduta, ho pensato di scrivere un articolo su questo delicato argomento. L'ignaro intervistato, team manager dell'azienda, ha ammesso che il loro cliente ideale è esattamente il "pollo da spellare". Aggiungendo, inoltre, che il guadagno su ogni prodotto è di 25 euro netti (4 euro è il costo di produzione e 29 euro è il prezzo al pubblico), che moltiplicandolo per migliaia di vendite, si parla di milioni di euro. Mica noccioline. La modalità più semplice, e spesso vincente, per attrarre i "polli" è proprio quella di promettere risultati incredibili, grazie al semplice acquisto di un prodotto, attraverso una comunicazione aggressiva e ingannevole sui principali media o sul web. Il dilemma è: il mondo è pieno di polli o tante aziende conoscono perfettamente l'arte della truffa? Forse la verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Mi viene in mente una bellissima frase di David Ogilvy, fondatore di Ogilvy & Mather: “Il consumatore non è uno stupido. È tua moglie”. Ovviamente non è una frase maschilista, ma una provocazione che ha un piccolo fondo di verità. Un modo simpatico per dire che la donna (generalmente) è più incline ad acquistare prodotti (vedi cosmetica, profumi, abbigliamento ecc.) e facilmente preda di truffe e prodotti di dubbia efficacia o utilità. La principale leva su cui puntano questo genere di aziende è quella di mirare alle insicurezze più profonde delle persone, che spesso coincidono con l'aspetto fisico. Ecco che i prodotti di bellezza, piuttosto che trattamenti e creme varie, sono le truffe più comuni per convincere chi ha bisogno di risolvere un problema e chi, presumibilmente, è più incline a un certo tipo di acquisti. Definiamolo un potenziale pollo. Altri tipi di truffe molto comuni sono le classiche promesse su come guadagnare soldi facili e veloci, grazie a sistemi fittizi o attraverso il tanto chiacchierato network marketing (vedi articolo su Herbalife), che pur non essendo veicolato tramite tv, risulta ancora più efficace perchè sono proprio le persone comuni a reclutare potenziali polli. Insomma, polli che fregano altri ignari polli. Poltronesofà: da "artigiani della qualità" a "autentica qualità" Un'altra modalità per truffare i consumatori è quella di proporre finti e continui sconti, e ne abbiamo diversi esempi tuttora esistenti (purtroppo). Il primo che mi viene in mente è la celebre azienda Poltronesofà, che nonostante nel 2014 abbia già ricevuto una sanzione per le offerte commerciali ingannevoli, proprio due mesi fa ha ricevuto un nuovo esposto dal Codacons, destinato all'Antitrust. L'oggetto di tale esposto erano le continue offerte, che prevedevano scontistiche crescenti, senza limiti temporali e senza soluzione di continuità, che confermavano come le promozioni dell’azienda rappresentassero la regola della proposta commerciale e non, come dovrebbe essere, l’eccezione (Fonte Codacons). Ma c'è di peggio. In pochi hanno notato che l'azienda, grazie all'intervento dell'Unione Italiana Consumatori, è passata da "artigiani della qualità" a "autentica qualità". Puoi notarlo dalle due foto in basso o verificarlo andando sul sito ufficiale dell'azienda o, ancora meglio, facendo maggiore attenzione agli attuali slogan televisivi dell'azienda bolognese. Segno che la parola "artigiani" non era assolutamente in linea con la realtà e rappresentava un messaggio falso. "Artigiani della qualità" "Autentica qualità" Il marketing ingannevole non è certo una novità, ma non è neanche così semplice da debellare. Il problema principale è che prima che un'azienda venga sanzionata o segnalata all'autorità competenti, nella maggior parte dei casi ha già truffato molte persone (come appunto Herbalife). Chi non è mai stato truffato nella propria vita, acquistato da siti illeciti, ricevuto prodotti diversi dalla descrizione o speso soldi per prodotti assolutamente inefficaci? Presente! Io, ad esempio, molti anni fa (forse 15) tramite Ebay acquistai un paio di scarpe Gucci che erano tutto tranne che in pelle, probabilmente si trattava di una plastica speciale, ma molto speciale. Così tanto che non potevano neanche essere definite delle scarpe. Ovviamente chiesi l'immediato rimborso al venditore. “Il mondo fu sempre composto di truffatori e di gente cui piace farsi truffare.” Voltaire La verità è che tutti noi siamo dei potenziali polli. Per cui sta a noi informarci sulla validità e la qualità dei prodotti e delle aziende, pensarci due volte prima di effettuare un acquisto "di pancia" tramite siti poco affidabili, oppure farci raggirare da promesse illusorie provenienti da aziende senza scrupoli o da fantomatici guru che vogliono solo i nostri soldi. Abbiamo bisogno di un marketing onesto, costruttivo e realmente orientato al benessere e al miglioramento della vita dei consumatori. Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Il Black Friday è ufficialmente finito (finalmente)! Oggi si conclude quest'intensa settimana con il Cyber Monday che sancirà la fine di questa corsa ossessivo-compulsiva all'affare. Quest'anno devo ammettere di essere a dir poco esausto dalla miriade di email, newsletter, campagne su Facebook, TV e su tutti i canali esistenti sulla faccia della terra. Seppur qualche anno fa in varie occasioni ho anche acquistato e ho realmente risparmiato rispetto al prezzo di listino, avendo precedentemente verificato il prezzo. Ultimamente sono cresciuti enormemente i promotori di questi sconti, ma rimane sempre qualcuno che ha discrezionalmente scelto di non attuarli. Lo vedremo alla fine dell'articolo. Ma negli ultimi anni è cambiato anche qualcos'altro... Da giorno promozionale si è allungato in maniera preponderante fino a trasformarsi in una settimana intera di sconti imperdibili, alcuni fino al 70%. Alcuni hanno addirittura creato una lista di prodotti, anticipando gli sconti ad una settimana. Da Black Friday a Black Week è un attimo Com'è nato il Black Friday lo sappiamo tutti, lo abbiamo ereditato dagli americani, come spesso accade. Peccato che il termine "Black" sia stato concepito con un'accezione spiccatamente negativa, essendo stato coniato dalla polizia di Philadelfia a causa del traffico che generava il "venerdì nero". In realtà c'è anche un'altra ipotesi, che attribuisce il termine "Black" all'inchiostro nero (relativo ai guadagni, mentre il rosso alle perdite), utilizzato dai negozianti che un tempo compilavano i registri contabili a penna. E' nato, quindi, come giorno di sconti incredibili e dopo decenni si è diffuso a macchia d'olio in tutto il mondo. Da Friday, però, siamo passati a Week e così le promozioni si spalmano dal lunedì precedente a quello successivo, che coincide da pochi anni, esattamente dal 2005, con il Cyber Monday (pensato invece per il web). Black Friday e Cyber Monday, oggi sembrerebbero essere (apparentemente) la stessa cosa: si sono così amalgamati sia i negozi fisici che gli e-commerce, ma anche compagnie aree, portali di prenotazione di case, hotel e appartamenti. Persino molti liberi professionisti, ristoranti e pizzerie hanno applicato sconti in questa settimana frenetica. Sconti pazzi da parte di (quasi) tutti e per tutti: c'è chi effettivamente ci guadagna (verosimilmente le multinazionali o i grandi gruppi), chi invece si accontenta di poco pur di scontare e avere nuovi clienti o chi in alcuni casi va addirittura in perdita, convinto si tratti di una rivoluzionaria strategia di marketing. In realtà aderire al Black Friday non è indispensabile (o utile) per qualsiasi tipo di azienda. Il Black Friday è per tanti, ma non per tutti. Prima che diventasse così noto, il Black Friday, veniva attuato principalmente da grandi brand, colossi del web e negozi, ma oggi pare che la sfida sia quella di non omologarsi. O meglio, è la strategia più coerente per chi può effettivamente permettersi di non abbassare i prezzi oppure per tutte quelle aziende che, come già detto, non reputano sia indispensabile o utile dal punto di vista economico. Semplice. A proposito di questo, in questi giorni mi sono posto una domanda: ma ci sarà qualcuno che non aderirà al Black Friday e deciderà quindi di non applicare alcuno sconto? Ebbene sì. Ho fatto una piccola una ricerca (senza alcuna pretesa che questa rappresenti un dato oggettivo) relativa principalmente al mercato del lusso (fashion, gioielli, smartphone di alta gamma ecc.) e, come immaginavo, la maggior parte delle aziende non hanno attuato alcuna campagna nella scorsa settimana. Ecco alcuni nomi: Dolce & Gabbana, Gucci, Rolex, Apple, Emporio Armani, Chanel, Versace, Tiffany, Micheal Kors, Fendi, Salvatore Ferragamo, Cartier, Hermes. Ce ne saranno tante altre, ma il fatto che siano prodotti di fascia alta è indicativo. Lo hanno invece ampiamente pubblicizzato gli e-commerce, i grandi gruppi del largo consumo Amazon, Mediaworld, Unieuro, Euronics, Comet, ma anche compagnie come Italo, Trenitalia, Ryanair, Vueling, EasyJet, il noto portale Booking e nel settore abbigliamento e accessori invece Yoox, Zalando, Diesel, Adidas, Zara, Cisalfa, Trussardi, Damiani Gioielli, Pandora ecc. Potrei andare avanti all'infinito. Seppur attribuibile al mercato del lusso, con grande stupore Luis Vuitton lo ha promosso, che normalmente per politiche aziendali non applica sconti neanche durante i saldi stagionali. Lo ha fatto, però, senza attuare alcuno sconto ma offrendo la spedizione express fino ad oggi 2 dicembre. Un modo, in effetti, diverso di offrire un vantaggio senza snaturare i prezzi esorbitanti (almeno per le mie tasche) dell'azienda. Il lusso, per certi versi, lo si può ritenere un mondo a sé, ma non è mai detto. Questo per confermare che esistono diverse realtà che possono permettersi, o ancora meglio ritengono non sia in linea con le politiche aziendali, non applicare sconti sia durante il Black Friday che in occasione di saldi stagionali. Ma c'è un'altra azienda che ha fatto qualcosa di ancora più unico e sorprendente. Black(out) Friday: please shop slowly :-) DECIEM, azienda americana del settore beauty, (che ammetto di averla sentita nominare per la prima volta un paio di giorni fa), ha addirittura protestato contro il Black Friday e ne ha fatto una vera e propria campagna (https://deciem.com/blackout). Tale scelta non mi sorprende dopo aver letto il seguente slogan nella home page dell'azienda: "The abnormal beauty company". Fonte foto: Deciem.com In sostanza, l'azienda americana ha applicato sconti del 23% sul sito ufficiale di DECIEM.com e in tutti i negozi fisici a partire dal 1° novembre 2019 alle 8:00 fino al 30 novembre 2019 alle 23:59, ad eccezione del 29 novembre, giorno in cui il sito web e i negozi saranno chiusi. Non a caso il giorno del Black Friday. Nonostante gli sconti siano così longevi (ma non esageratamente alti), l'invito è il seguente: "Per favore acquistate lentamente", ovviamente il messaggio non è quello di far scappare i potenziali clienti ma di evitare gli acquisti non consapevoli, dettati dall'ansia del voler ottenere un prodotto subito a tutti costi e al prezzo più basso possibile. Una scelta etica legata all'eco-sostenibilità e sicuramente rappresenta una provocazione neanche troppo velata all'iper-consumismo di oggi. Ne spiega i motivi, la stessa azienda direttamente nella loro pagina Instragram: "L'iper-consumismo rappresenta una delle maggiori minacce per il nostro pianeta, e le flash sale portano spesso a decisioni di acquisto affrettate, guidate dalla paura di trovare un prodotto esaurito. Non pensiamo più che il Black Friday sia un evento a misura di consumatore, e per questo motivo abbiamo deciso di chiudere il nostro sito web e i nostri store per un momento di “nulla” assoluto, proprio il 29 novembre. Gli scorsi anni il Black Friday di DECIEM ha rappresentato per alcuni dei nostri clienti l'opportunità di risparmiare, ma su pochi prodotti e per linee selezionate. L'anno scorso solo 16 prodotti sono stati effettivamente scontati, tutto è andato esaurito molto in fretta e molti di voi non sono riusciti a completare i propri acquisti (ci scusiamo ancora per tutto questo). Siamo fermamente convinti che le decisioni relative alla cura della propria pelle debbano essere basate su una corretta informazione ed educazione, anzichè sull'impulso del momento e speriamo che una promozione della durata di un mese possa dare a tutti il giusto tempo per ricercare, riflettere ed eventualmente decidersi ad acquistare". Una chiarissima e condivisibile (almeno dal mio punto di vista) motivazione nel voler distinguersi dalla massa. Merita di essere citata anche Patagonia, che come sempre dimostra di essere un'azienda unica e rara. Difatti, ha anch'essa aperto una campagna e ha invitato tutti a fare una donazione, attraverso il progetto Patagonia Action Works, un’associazione ambientalista che lotta per trovare soluzioni alla crisi ambientale e Patagonia s'impegnerà a raddoppiare l’importo di ciascuna donazione, euro per euro. Sarà possibile donare dal 29 novembre al 31 dicembre tramite la pagina dedicata e non sarà assolutamente vincolato all'acquisto di un prodotto. Il Black Friday non è per forza il giorno migliore per fare affari, come vogliono farci credere, ma solo un pretesto per farci spendere. Potrebbe sicuramente esserlo se stiamo davvero cercando un prodotto specifico in quel periodo e approfittiamo di una reale promozione che ci permette di risparmiare anche solo qualche decina di euro. In tutti gli altri casi è solo un'affannosa ricerca (a volte banale) all'acquisto veloce, inutile e spesso dettata dalla frustrazione e dall'ossessione di comprare senza alcun reale motivo, se non quello di seguire la moda o indotti dall'ansia. Io quest'anno ho resistito e il mio portafoglio ringrazia! Rappresento perfettamente l'immagine qui sotto... Da domani torniamo alla normalità e cala il sipario su questo trambusto pubblicitario. Ti auguro una Quiet Week! Vuoi leggere altri articoli come questo? Vai nel blog. Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Poco più di un mese fa ho assistito al TEDx di Bologna, presso il Teatro Manzoni. Scontato dire che è stato un evento interessante e ricco di contenuti, con speaker di altissimo livello, provenienti da vari settori. La tematica della giornata era "L'inedito", una sorta di celebrazione dell'unicità, dell'originalità e della creatività a tutto tondo. Gli speaker, difatti, pur provenendo appunto da realtà eterogenee, avevano tutti un filo conduttore e, in un certo senso, hanno presentato e raccontato la loro unicità. Ecco i nomi degli interventi della serata: Andrea Loreni, funanbolo Zen Arianna Minoretti, progettista di Ponti sottomarini Ciriaco Goddi, fotografo stellare Federico Mattei, technical Manager and IBM Q Ambassador Francesca De Giorgio, innovatrice radicale in campo energetico Francesca Soavi, innovatrice radicale in campo energetico Maria Chiara Iannarelli, attivista Sebastiano Zanolli, manager Atipico Simone Ferriani, professore di Imprenditoria Teodoro Georgiadis, Climatologo urbano Ho apprezzato ognuno di loro, ma uno in particolare ha catturato la mia attenzione e il contenuto dello speech mi è rimasto impresso. Si tratta di Simone Ferriani e ha parlato degli "Outsider". Chi sono gli "Outsider"? Sono innovatori fuori dagli schemi, che non ragionano in base a regole o preconcetti, ma che agiscono integrando nuove visioni, idee, pensieri e creazioni. Gli "outsider" sono spesso persone che provengono da settori differenti, ma che proprio grazie ad un know-how differente, riescono a dare il proprio contributo in maniera dirompente, efficace, ma soprattutto rivoluzionaria. In altri casi sono individui che hanno approfittato di uno svantaggio personale per sviluppare le proprie idee e renderle straordinarie. “Dobbiamo allenarci a portare sguardi inediti all’interno dei nostri mondi”. Come? Facendo esperienze diverse dai nostri ambiti di specializzazione! Non ti anticipo altro e ti lascio alla visione del TEDx di Simone Ferriani. Vuoi leggere altri articoli come questo? Vai nel blog. Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Fonte foto: Inter.it Con Not For Everyone vogliamo raccontare la nuova era dell'Inter. Quella che affronta le proprie sfide con coraggio e intraprendenza. E che accoglie a braccia aperte chi, come noi, vuole fare la differenza in campo e fuori." Steven Zhang. This Soul, This Name, This City. Not For Everyone. Parto da questo slogan, presente nel comunicato ufficiale dell'Inter, dello scorso 15 luglio. Si parla spesso di posizionamento e la squadra nerazzurra lo ha pensato e attuato in maniera perfetta. Attualmente, quello del brand positioning, è un tema molto dibattuto in tutti i principali eventi di marketing, e non. I padri fondatori, come ben saprai, sono Al Ries e Jack Trout, che nel lontano 1969 hanno pubblicato il seguente articolo in una rivista di marketing: "Positioning” is a game people play in today’s me-too market place", e dopo diversi anni hanno pubblicato i librI "Positioning: The Battle for Your Mind e "The 22 Immutable Laws of Marketing". Come ha fatto, quindi, una squadra di calcio a decidere di posizionarsi pur avendo milioni di tifosi in tutto il mondo e nonostante, diversamente da un'azienda "normale", ponga molta importanza ai risultati sportivi? Il management dell'Inter lo ha fatto con coraggio, mostrando una chiara strategia globale a lungo termine, che andrà a rivoluzionare, sin da subito, l'intera campagna di comunicazione, il merchandising e la campagna abbonamenti. La frase, divenuta oramai un tormentone, è stata citata anche dai giocatori acquistati nell'ultima campagna acquisti. Determinata, innovativa, instancabile e coraggiosa, capace di imprese: #NotForEveryone. Il video di presentazione di "Not For Everyone" I protagonisti del video sono personaggi che hanno ottenuto importanti traguardi in diversi campi, grazie al sacrificio e alla tenacia che li contraddistingue e per il quale sono divenuti simbolo della campagna nerazzurra. Si tratta di: Airton Cozzolino, italiano di origine capoverdiana, surfer e campione del mondo di kitesurf a soli 17 anni; Duan Jin Ting, ballerina cinese, fondatrice del collettivo di danza contemporanea D.Lab Dance; Alessandro 'Stermy' Avallone, pro gamer italiano, è uno dei più forti giocatori di tutti i tempi nella categoria degli FPS; Omer, storico writer milanese, oggi artista di livello internazionale; Jessica Kahawaty, modella internazionale libanese, filantropa e ambassador in prima persona di campagne per diritti umanitari. Ecco il video, qualora non l'avessi già visto. Testo originale del video #Notforeveryoone Il testo del video conferma un preciso obiettivo e i protagonisti, rappresentativi dei valori sopra citati, non sono celebrità, ma persone semplici che hanno avuto coraggio, hanno sofferto, si sono rialzate dopo alcuni fallimenti e alla fine hanno raggiunto traguardi incredibili. Ecco il testo in italiano: "Non importa cosa dicano. Provarci non basta. Chi prova può mollare. Io, invece, volo. Ho fallito, non ero in guardia. Sono crollata, è stata dura. Ho avuto torto troppe volte. Questo mi ha reso più forte. Una partita dopo l’altra. Per la fama, questa è la via. Se il dolore porta alla gloria Non scorderete il mio nome La mia anima è selvaggia. Di alibi non ne ho. I miei fratelli troverò. Nessun muro è troppo alto. La strada è lunga, coraggioso amico. E non basterà camminare. Dovrai correre. Ma tutto questo non è da tutti. Not For Everyone." #Notforeveryone è l'inizio di un processo narrativo (potremmo anche dire storyelling) della squadra nerazzurra, che attraverso questo posizionamento intende rafforzare la propria identità e avvicinarsi ai tifosi, o meglio a chi è incline a questo tipo di approccio e rappresenta le seguenti caratteristiche: caparbio, coraggioso e ambizioso. Lotta, non mollare, provaci ancora e nel fallimento troverai la vittoria. L'Inter si rivede in questa mentalità e inizia ufficialmente una nuova era, con una mentalità vincente, grazie ad un solido management e ad un allenatore che ha vinto tanto nella sua carriera da calciatore e, oggi, da coach. Il club nerazzurro ha deciso a chi parlare e quindi a chi rivolgere la sua comunicazione, ha compreso la natura del vero tifoso interista e da qui il "Non è per tutti". Tale frase, come accennato precedentemente, è ricorrente non solo nelle comunicazioni ufficiali, ma anche nelle strategie di vendita del merchandising. Nascono così i Membership Packs (vedi foto in basso): ovvero tre diversi pacchetti: Junior, Digital e Adult, comprensivi di benefit e contenuti esclusivi (sconti sul sito Inter.it, accesso ad informazioni premium, offerte promozionali dei partners ecc.). La membership, quindi, non è per tutti: ma solo per veri interisti e per chi desidera un trattamento esclusivo e speciale. Membership packs. Fonte: Inter.it Crescita esponenziale sui social e del fatturato I ricavi del club sono una conseguenza di un progetto di posizionamento, di branding, di sviluppo del marchio in tutto il mondo, della nascita di Inter Media House, grazie al quale ha aumentato esponenzialmente la notorietà a livello mondiale e le interazioni sui social media. La Business Unit ha realizzato un report: "The European Football Club”, riportato qui sotto da IQUII Sport, che conferma la grande crescita della squadra nerazzurra sui social. L’Inter, ora stabilmente al 14esimo posto, è la società che cresce maggiormente tra quelle europee: un clamoroso +6,22% complessivo per i nerazzurri, nel periodo tra 15 agosto e 15 settembre. Sono 23 milioni i fan digitali complessivi dell’Inter, che ora mette nel mirino l’Atletico Madrid. L’Inter, su Instagram,è la squadra che cresce di più in assoluto tra le top 20 europee, con un +10,15% ottenuto durante il periodo caldo del mercato estivo. Ma è il balzo complessivo che fa impressione per la società nerazzurra, che nel digitale sta lavorando molto bene ormai da anni. Nerazzurri primi, come crescita, davanti a Monaco (+5,27%), Napoli (+5,1%) e Juventus (+2,38%) Fonte foto: Iquii sport L'Inter è cresciuta sui social, ma anche il bilancio ha avuto un incremento positivo. Il Club ha registrato un aumento di ricavi record (a 417 milioni di euro), mai raggiunta in precedenza, un Ebitda (il dato che indica gli utili prodotti prima degli interessi, delle imposte e degli ammortamenti) cresciuto del 53% arrivando a 105,2 milioni di euro. Una perdita d’esercizio di 48,4 milioni di euro Questi risultati sono il frutto di un lavoro di programmazione di strategie manageriali pensate per vari dipartimenti dell'azienda. E' solo l'inizio di un progetto di medio-lungo termine che, presumibilmente, porterà la società ai livelli di club gloriosi come Real Madrid, Barcellona, Manchester United, e che la caratterizzerà sempre più come un'azienda a tutti gli effetti, oltre che come un club di calcio. Senza dimenticare ovviamente, l'obiettivo primario: vincere più trofei possibili e far gioire i propri tifosi in tutto il mondo. Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Si è conclusa un'altra magnifica edizione del WOBI, la cui tematica è stata "Superminds": empowering people, leading technology, growing companies. In sostanza, fare leva sul potere collettivo del talento per avere aziende in crescita, tecnologicamente all'avanguardia e con dipendenti e manager sempre più empowered. Ho partecipato alla giornata del 30 ottobre con grande curiosità ed entusiasmo, e come sempre con alte aspettative, visti gli speaker presenti: Stew Friedman, Victoria Roos-Olsson, Zoe Chance, ma soprattutto, senza togliere nulla a loro, due ospiti d'eccezione come Mark Webber, ex pilota campione di Formula 1 e Simon Sinek, uno dei massimi esperti in materia di performance organizzative. Divenuto noto al grande pubblico per un celebre TEDx, dal titolo "Start with why". Le parole chiave di questa giornata si potrebbero sintetizzare in: leadership, sacrificio, lavoro, team, fiducia, passione, innovazione, tecnologia, etica e sostenibilità. In questo articolo farò un piccolo riassunto di ogni speech, in rigoroso ordine di intervento. La leadership totale: nella vita personale e in ambito lavorativo |