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Gli highlights del WOBI

11/11/2019

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By Lorenzo Chininea
Si è conclusa un'altra magnifica edizione del WOBI, la cui tematica è stata "Superminds": empowering people, leading technology, growing companies. In sostanza, fare leva sul potere collettivo del talento per avere aziende in crescita, tecnologicamente all'avanguardia e con dipendenti e manager sempre più empowered.

Ho partecipato alla giornata del 30 ottobre con grande curiosità ed entusiasmo, e come sempre con alte aspettative, visti gli speaker presenti: Stew Friedman, Victoria Roos-Olsson, Zoe Chance, ma soprattutto, senza togliere nulla a loro, due ospiti d'eccezione come Mark Webber, ex pilota campione di Formula 1 e Simon Sinek, uno dei massimi esperti in materia di performance organizzative. Divenuto noto al grande pubblico per un celebre TEDx, dal titolo "Start with why".

Le parole chiave di questa giornata si potrebbero sintetizzare in: leadership, sacrificio, lavoro, team, fiducia, passione, innovazione, tecnologia, etica e sostenibilità.

In questo articolo farò un piccolo riassunto di ogni speech, in rigoroso ordine di intervento.

La leadership totale: nella vita personale e in ambito lavorativo
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Stew Friedman nel suo speech di apertura 
Stew Friedman è professore e direttore del Wharton Work/Life Integration Project, insegna ai leader di tutto il mondo lezioni pratiche su come promuovere culture di innovazione e ottenere risultati sostenibili e misurabili nel tempo. Nonchè autore del libro "Total leadership". 

Nel suo intervento di apertura della seconda giornata dell'evento, Friedman ha debuttato ponendo l'attenzione sull'importanza di evitare le distrazioni in un'era altamente tecnologica (vedi l'uso del cellulare, che in varie occasioni ci estranea dal mondo). 

Il focus del suo speech era il miglioramento delle performance, non solo nella sfera lavorativa ma anche nella vita di tutti i giorni. "Sii un vincente! A casa, a lavoro, nella vita", ha affermato Friedman. Il segreto è avere
 un equilibrio a 360°, con l'obiettivo di combinare 4 aspetti cruciali della nostra quotidianità:

1 - Lavoro/carriera
2 - Casa/famiglia
3 - Comunità/società
4 - Mente/corpo/spirito


Da 0 a 100, quanto tempo dedichiamo ad ognuna delle quattro? Come riusciamo a bilanciare e mantenere elevati livelli di performance in ogni occasione? 

Ma soprattutto, come possiamo cambiare il nostro ambiente grazie alla leadership?


Aiutando la propria azienda o la propria famiglia a modificare la cultura interna, offrendo un contributo attivo, con l'obiettivo di ottenere un miglioramento sostenibile. I principi su cui si fonda il pensiero di Friedman, sono i seguenti: 

- Be real, act with authenticity
- Be whole, act with integrity
- Be innovative, act with creativity
- Reflect and grow

"Focus on your values and your vision".
Il successo e l'alta prestazione secondo Mark Webber 
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Mark Webber durante l'intervista condotta da Dino Ruta
Mark Webber è un personaggio che non ha bisogno di presentazioni: è stato campione mondiale dell'Endurance FIA e due volte vincitore del Gran Premio di Montecarlo di F1. Per 12 anni è rimasto ai massimi livelli e ha aiutato la Red Bull a conquistare quattro campionati costruttori consecutivi.

Webber è nato in Galles, in un paese del sud caratterizzato da una forte produzione agricola e industriale. Sin dai primi anni della sua vita, Mark ha compreso che il talento non è abbastanza se non è accompagnato dal sacrificio e dal lavoro costante.

"Every day is a school day".


Questo suo mantra lo ha reso il campione che tutti noi conosciamo. Ha raccontato quanto è stato per lui fondamentale imparare a controllare le emozioni, a gestire i momenti negativi, a tenere alta la motivazione personale e del suo team.

"Le emozioni vanno controllate per potere essere competitivi ad alti livelli".

Nella F1 ha allenato e potenziato la sua velocità nel prendere decisioni, soprattutto sotto pressione. Per un pilota è fondamentale avere lucidità e concentrazione, anche solo per fermarsi correttamente al pit stop, al fine di agevolare il lavoro del team. Un errore nella frenata, un posizionamento errato, un secondo in più o in meno fanno certamente la differenza. Webber ha affermato che assieme al suo team simulavano più di 800 pit stop all'anno, con l’obiettivo di perfezionare le azioni da effettuare e per consolidare un rapporto di fiducia reciproca.

Ha raggiunto i 372 km/h, ha vinto tutto ciò che poteva vincere, ha fallito e prima di diventare noto non ha avuto un lavoro per 7 anni.
La sua naturalezza nel raccontare vittorie e sconfitte, abbinata ad un’infinita umiltà, ha emozionato e colpito tutti i partecipanti, me compreso.

Credere in stessi, fare sacrifici per ottenere il successo personale, avere fiducia nel proprio team, allenare la propria sicurezza personale, sono i messaggi positivi lanciati dal campione. Mark ama andare in elicottero e ha preso il patentino, nonostante le difficoltà iniziali. "E' importante avere degli hobbies per avere grandi performance".

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In poche parole: un immenso Mark!
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Io e Mark Webber dopo il suo intervento
"Everyone deserves a great manager", Victoria Roos-Olsson
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Victoria Ross-Olsson nel terzo intervento della giornata
Victoria Roos–Olsson è una ricercatrice svedese, consulente presso di FranklinCovey. Anche lei parla di leadership, in particolare della propria attitudine ad essere leader di persone nelle organizzazioni. E' una formatrice e coach leader in tutto il mondo.

Victoria ha presentato i 3 livelli di leadership:

1 - Executive leader: approccio olistico
2 - Mid-to-senior: approccio strategico
3- First-level leaders: contributo personale per fare un ottimo lavoro con il team

Paradossalmente, l'ultimo livello è quello che secondo Roos-Olsson ha maggiore impatto sui risultati, essendo il leader maggiormente a contatto con i clienti. La chiave è aiutare il team a migliorare, a creare una cultura del feedback, al fine di crescere e condividere aspetti positivi e negativi.


"Non si è più responsabili diretti del risultato, ma delle persone che hanno il compito di ottenere quel risultato".
Il "gator brain" di Zoe Chance
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Zoe Chance durante il suo speech dopo la pausa pranzo
Zoe Chance è un esperta di persuasione e ricercatrice di marketing. La sua materia è analizzare i processi decisionali attraverso la lente dell'economia comportamentale.

Dal mio punto di vista è stato uno degli interventi più interessanti della giornata. Chance ha parlato di come noi (consumatori) siamo sostanzialmente dotati di due cervelli:

1 - Gator brain: ovvero la risposta immediata ad uno stimolo, una pubblicità, un video
2 - Judge brain: il secondo step è più riflessivo e decisamente razionale

Secondo l'esperta, il gator brain è quello influenza la maggior parte delle nostre decisioni. Pertanto, più sono semplici le facilità di acquisto e maggiori sono le possibilità che optiamo per un prodotto. Amazon, Tinder, Domino's sono esempi di business basati sulla velocità.

Alcune aziende hanno compreso quanto sia indispensabile influenzare con azioni veloci intercettando la domanda del consumatore. Chance lo ha definito: "The moment of truth".

D'altro canto, però, il secondo cervello non è di secondaria importanza. Se da una parte i brand devono essere fast e user friendly, dall'altra devono prendere posizioni politiche o etiche corrette. Sono stati numerosi gli esempi e gli aneddoti raccontati durante l'intervento, relativi all'incapacità di alcune aziende di prendere posizioni in occasioni particolari (vedi Uber che in passato non ha preso una posizione contro Trump o United Airline).

Oggi, i consumatori hanno la capacità, e la possibilità, di boicottare un brand e impattare sulle sorti dello stesso.
"Infinite game is not a competition"
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Simon Sinek durante la sua intervista a conclusione della giornata
Simon Sinek è indubbiamente uno dei massimi esperti in materia di performance organizzative ed è divenuto ancora più celebre con i suoi Tedx che hanno ispirato migliaia di persone. Probabilmente qualsiasi appassionato di marketing, di crescita personale ha visionato i suoi video.

Quello di Sinek è stato, quindi, l'intervento di chiusura, che definirei: la ciliegina sulla torta. Sicuramente il più atteso di tutti gli speaker: ha emozionato, impressionato, ispirato e, a tratti, fatto ridere un'intera platea di migliaia di persone.

Simon ha parlato dell'Infinite game (dal suo nuovo libro “The Infinite Game"): regole, giocatori e gioco infinito. Un mindset aziendale basato non sulla mera competitività, intesa in un'accezione negativa, ma piuttosto sul miglioramento interno costante.


"Uno degli errori più grandi che ho visto fare alle aziende è cercare di vincere a quello che è un gioco dove non si può vincere. Un gioco infinito".

Un gioco che non ha regole fisse, caratterizzato da un continuo mutamento, non ha durate o date di scadenza. L’obiettivo in questo tipo di gioco non deve e non può essere vincere o perdere, ma avanzare costantemente. Non si tratta neanche di raggiungere o meno un risultato universale o una vittoria riconosciuta da tutti, ma di migliorare la performance dell’azienda.

Sinek ha parlato di passione per il proprio lavoro, di leadership, di etica e quindi di quanto sia importante per le aziende crescere in maniera sostenibile e responsabile, considerando ovviamente un miglioramento economico.

Ha inoltre definito due grandi caratteristiche dei leader da lui conosciuti in tanti anni di carriera: il coraggio e l'integrità.

Non manca, ovviamente, un accenno all'importanza di avere un "perchè". Le aziende e le persone devono avere una visione, una missione, un obiettivo intrinseco (che non sia solo quello di generare denaro), che possa rappresentare qualcosa di profondo.


"L'obiettivo della vita non è il conto in banca o la carriera. Non sarà questo ciò che scriveremo sulla nostra tomba. Lì vogliamo ci sia scritto che tipo di persone eravamo per gli altri, 'padre adorato, amico devoto'. E quindi è una nostra scelta, da fare ogni giorno, quella di alzarci e vivere con un mindset infinito, per cui non ci concentriamo sul breve termine ma sul lungo, che in ultima analisi significa sul vedere le persone intorno a noi che crescono e diventano migliori, anche grazie a noi".

"Ognuno di noi ha il suo perché e non deve mai cambiare".

“Le persone ogni mattina devono ispirare".

Chapeau, Simon Sinek!


Ci tengo a ringraziare come sempre tutto il team WOBI Italia, nello specifico Andrea Spaziani e Alice Patti.

Per concludere, i prossimi appuntamenti del WOBI saranno il 21 maggio 2020 per "WOBI on Family business" con John Davis e il 27 e 28 ottobre per il World Business Forum con tanti ospiti già annunciati al termine dell'edizione appena trascorsa.
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Io e Simon Sinek dopo il suo intervento al WOBI
Chi ha letto questo articolo ha consultato anche:
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Cosa ho imparato al World Marketing & Sales Forum

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Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista        credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio.

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