Il primo articolo del 2020 non può non essere significativo e vuol essere principalmente uno spunto di riflessione. Era il 12 giugno 2019, quando ho assistito al World Marketing & Sales Forum. Sono state tante le fonti di ispirazione e gli insegnamenti tratti da un evento così importante. Dopo vari mesi, però, una frase mi ritorna spesso in mente. Cosa ci fa un Rolex d'oro nella foto? Lo ha citato proprio Martin Lindstrom, uno dei maggiori esperti mondiali di costruzione di brand di successo destinati a durare. Ha collaborato con grandissime aziende come LEGO, Swiss Air Lines, Disney ecc. Lindstrom ha raccontato un piccolo aneddoto. Ha confessato di aver acquistato, oramai molti anni fa, un rolex d'oro da 20.000 euro. Fin qui potrebbe sembrarti tutto normale. Una persona di un certo spessore che indossa al polso un orologio di questo livello, può rappresentare un dettaglio non degno di nota. A tal proposito, una notizia di qualche giorno fa ha catturato la mia attenzione (non a livello personale, ma a livello concettuale). Ronaldo ha acquistato un Rolex del valore di 400 mila euro, con oro bianco 18 carati e decine di diamanti da 30 carati. Nulla di sorprendente conoscendo il personaggio. Del resto, ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio crede... Ma torniamo alla storia di Lindstrom. Il suo personale motivo celato dietro la decisione di indossare un Rolex è particolarmente indicativo e per nulla banale. Ha ammesso di averlo fatto per superare le proprie insicurezze e per dire a tutti "ce l'ho fatta". In sostanza il Rolex, in quanto oggetto di lusso e riconducibile ad un target medio-alto, rappresentava una sorta di rivincita personale per dimostrare il proprio status sociale. Tutto normale (per modo di dire) anche fin qui? Il risvolto positivo è stato che dopo diverso tempo si rese conto di quanto questo fosse un modo errato e poco autentico, di "gridare" con arroganza la propria situazione economica. Ovviamente, non c'è nulla di sbagliato nel portare al polso un Rolex d'oro, sia chiaro. Il discorso è legato al perchè e al modo in cui viene indossato. Del resto, se anche tu ti fermassi un attimo a ragionare su quali siano i brand che ti rappresentano maggiormente (in maniera autentica o costruita), ne troveresti almeno 5. Le persone si identificano nei brand, ma anche i brand si rivolgono ad un preciso target. Le nostre scelte di acquisto si basano proprio sulle nostre credenze, i nostri ideali, il nostro modo di pensare, di comunicare al mondo chi siamo, cosa facciamo e in che modo vogliamo distinguerci dagli altri. Al contrario, in alcuni casi ci omologhiamo agli altri solo per sentirci parte di un gruppo o di uno status symbol temporaneo e, a volte, insignificante. Non credi? Il punto nevralgico è: ci identifichiamo nei brand in maniera autentica o costruita? Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. |