Trova l’idea differenziante. Drammatizza i punti che marcano la tua differenza con una buona storia. La strategia del positioning non è altro che questo". Jack Trout “Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?”. Diceva Edoardo Bennato. Abbiamo fretta, troppa. Le aziende hanno fretta. Le persone hanno fretta. Il web va di fretta, alla velocità della luce. Vogliamo tutto e subito. Si rincorrono i like, i follower e noi consumatori crediamo (erroneamente) di poter valutare l’affidabilità in base al numero dei seguaci e dei commenti, all’engagement, a volte apparente, che viene generato. Ne avevo già parlato in un precedente articolo “Contenuto o contenitore: ai follower l’ardua sentenza”. In molti casi la qualità del contenuto viene meno a favore della superficialità e della fretta di pubblicare un contenuto, solo per cavalcare l'onda attraverso il real time marketing e dimenticano quanto sia importante costruire un'identità nel tempo trasmettendo affidabilità e comunicando un messaggio chiaro e distintivo. Mi rendo conto quanto la creatività, volta principalmente alla caccia spietata al like, travolga in maniera preponderante la vision dei brand. Spesso è anche la conseguenza di come comunicano le altre aziende o il leader di una determinata categoria, quindi a ruota i follower si adeguano commettendo l'errore di omologarsi, annunciando una guerra in cui non vince nessuno. Lo si può definire il marketing della fretta. Marketing e fretta, però, sono il ritratto di un perfetto ossimoro. Pazienza e focalizzazione sono invece gli ingredienti per costruire un brand positioning. Non lo dico tanto per dire, ma perchè credo sia doveroso armarsi di pazienza e fermarsi un attimo a pensare e soprattutto, a pesare, la qualità dei prodotto, dei servizi, dei contenuti, dei post, degli spot e via dicendo. La sostanza permane nel tempo, la forma è effimera. Si costruiscono brand o castelli di carta? Premetto che ci sono aziende ben consolidate e posizionate che hanno un seguito importante sui social network e questo rappresenta una naturale conseguenza di una fiducia costruita in anni. Per cui non è questo il caso. La presenza sui social, è fondamentale (ma non indispensabile, ne ho parlato qui) quanto avere una strategia da attuare sulle varie piattaforme, che sia coerente nel tempo. Come e cosa si comunica nel lungo periodo è il modo per costruire il posizionamento. Martin Lindstrom al WOBI dello scorso giugno ha riportato una frase dannatamente vera: "One brand, one word". Comunicare una parola significa ribadirla sempre e in ogni occasione. La creatività, fine a se stessa, c'entra poco se prima non entri nella testa delle persone attraverso un concetto. Ci vuole tempo. Il posizionamento del brand è ciò che trasmetti e vuoi comunicare al consumatore finale. "Fare promesse e mantenerle è un ottimo metodo per costruire un brand". (Seth Godin) Il web è affollato di false promesse e di offerte incredibili: "Clicca qui e scoprirai come perdere 30 kg in mese (basta digiunare)" "Come guadagnare un milione di euro rimanendo comodo sul tuo divano" "Come raddoppiare il fatturato della tua azienda in 2 settimane" "Il funnel che che improvvisamente porterà SUBITO 1000 clienti in azienda" "La crema che ti farà diventare bello come Brad Pitt" "IL METODO CASA DI CARTA: l'unico sistema per generare soldi" Basta. Come avrai capito ho velatamente enfatizzato alcune frasi, giusto per rappresentare appieno il concetto. Questa moda si chiama Clickbaiting, in sostanza si tratta di strategie che inducono a cliccare su un contenuto con il solo obiettivo di attirare l'attenzione e generare traffico. Contenuti "acchiappaclick" ovunque: vale nel mondo del giornalismo come nel business. Notizie false, promesse incredibili, strategie improponibili. Chi più ne ha, più ne metta. Persino Facebook si sta impegnando per cercare di contrastare il fenomeno delle fake news, ma è una dura lotta. Finchè c'è qualcuno che ci casca, sarà difficile depennare questo modo di fare informazione o di vendere. Le esche sono spesso di scarsa qualità e rappresentano semplicemente il mezzo per pescare più pesci possibili, magari anche poco pregiati. Insomma, credi sia meglio un like oggi o un brand domani? Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Chi ha letto questo articolo ha consultato anche: |