L’eccellenza è un’arte ottenuta attraverso l’addestramento e l’abitudine. Noi non agiamo bene perché abbiamo virtù o eccellenza, ma abbiamo piuttosto queste due perché abbiamo agito correttamente. Noi siamo ciò che facciamo ripetutamente. Eccellenza, allora, non è un atto, ma un’abitudine". Aristotele Eccellente! Direbbe il buon Mr. Burns! Spesso crediamo di poter raggiungere la perfezione: nella vita, nel lavoro, nei progetti su cui lavoriamo o nel nostro stato di forma e quindi nel benessere psicofisico generale. Possiamo, appunto, ritenerci di essere in ottima forma, ma non raggiungeremo mai la perfezione, perchè non esiste. Siamo plagiati da questa mentalità del “tutto perfetto”. Ci fanno credere che possiamo avere: Una vita perfetta. Un lavoro perfetto. Una macchina perfetta. Una salute perfetta. Una famiglia perfetta. Hai mai conosciuto qualcuno che rientra (realmente) in questi parametri? L’ansia del perfezionismo è amplificata da decenni dalle tv, ma oggi anche dal web e dai social media (soprattutto Instagram), luoghi in cui molte persone mascherano le proprie imperfezioni per ambire ad avere qualcosa di invidiabile, puntando quindi alla perfezione. Tutto ciò che è imperfetto è da tralasciare, da non considerare perché fuori dagli schemi. Ma quali sono gli schemi? Ci fanno credere che si possa aspirare a lavorare in spiaggia con un Mojto in mano e che basti un pc portatile e una buona connessione per guadagnare milioni di euro. Che la vita perfetta sia quella di Fedez e della Ferragni. Il punto è che la perfezione non si può né misurare né dosare. Quando credi di averla raggiunta vuol dire che devi fermarti? Quindi è un punto di arrivo? Pensi di essere perfetto per chi, per te stesso o per la visione distorta degli altri? La perfezione ha un limite tangibile? Rispondo solo all’ultima domanda: No, non ci sono limiti. La nostra mente non è capace di porre una soglia massima al nostro grado di soddisfazione. Siamo noi che crediamo si possa ambire ad avere tutto perfettamente in ordine. E’ una trappola. La verità è che la perfezione non è un obiettivo, l’eccellenza sì. Perfezione è ossessione, eccellenza è sacrificio. Perfezione è onnipotenza, eccellenza è consapevolezza dei propri limiti. Perfezione è qualcosa di artefatto, eccellenza è mettere le radici. Perfezione è fretta, eccellenza è pazienza. Tutto questo per dire che abbiamo il dovere di abituarci all’eccellenza e non alla perfezione. Il successo (anche questo sarebbe da definire) nella vita, nel lavoro o in qualsiasi altro contesto è il risultato di un costante e monotono impegno, anche se solo rappresentativo dell'1%. Un'azione che inizi oggi non può essere eccellente. Semplicemente è qualcosa che solo se eseguita ripetutamente prenderà una forma che si avvicinerà all'eccellenza che vuoi raggiungere. “L'eccellenza non è una destinazione; è un viaggio continuo che non ha mai fine". Brian Tracy Ci sono piccole azioni quotidiane così impercettibili che non sono visibili agli occhi degli altri. Eppure sono capaci di portarci ad ottenere un risultato grandioso nel lungo periodo. L’1% è meglio del niente. La somma di questa percentuale rappresenta un processo lento che sicuramente potrà dare soddisfazioni dopo mesi, anni. Un allenamento costante ci tempra e ci mette alla prova per giocare, un giorno, la nostra finale di Champions League. Le partite si vincono in allenamento, diceva qualcuno. (Vincit qui patitur, ne ho già parlato qui). Ho da poco letto e recensito il libro “Fattore 1%” di Luca Mazzucchelli, rappresentativo di questo concetto. Il metodo di Mazzucchelli si basa proprio sul mindset, ovvero sul migliorare l'approccio mentale al cambiamento in maniera lenta ma costante e si fonda principalmente sul valore e sui benefici che ognuno di noi può trarne da un insieme di comportamenti costanti e positivi (Perchè le (buone) abitudini possono cambiarti la vita, ho già scritto qualcosa a proposito). Se vuoi andare ancora più a fondo all’argomento ti consiglio di leggere anche “Il potere delle abitudini”, puoi dare una sbirciata alla recensione per farti un’idea. Le abitudini vincenti, quindi, rappresentano il veicolo per raggiungere i nostri obiettivi. Forza di volontà e costanza sono il carburante indispensabile per portarle avanti. C’è un'altra caratteristica, forse la più rara in assoluto: l’autodisciplina. E’ tutto riassunto in questa parola. Nessuno dovrebbe imporci o dirci come e quando fare le cose, ma è la nostra forza interiore che deve controllare e pilotare le azioni. Quasi in maniera automatica, naturale... Non c’è esperto di nutrizione, personal trainer, capo o coach che tenga. Gli strumenti e gli ingredienti utili per ottenere i risultati sono solo il punto di partenza, tutto il resto è dato dalla nostra motivazione e dal nostro impegno nel volerli raggiungere. Ambisci a risultati eccellenti, non perfetti. Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. Chi ha letto questo articolo ha consultato anche: |