Sulla scia dell'ultimo articolo sulla necessità progredire, di essere agili al cambiamento, vorrei parlare di alcune aziende che non hanno saputo innovarsi al momento giusto. Alcune hanno perso la loro leadership non perché i loro servizi fossero di basso livello, ma proprio perché non hanno colto il cambiamento. Cosa che hanno fatto altre aziende, aprendo nuovi scenari, risolvendo nuovi problemi, semplificando la fruizione dei servizi e aggiungendo valore. La maggior parte delle volte anticipando le richieste del mercato. "L’innovazione è fondamentalmente ciò che rende obsoleto ciò che è stato fatto prima". Jay Abraham Essere leader in un mercato in un determinato periodo non significa esserlo per sempre. Proprio qualche giorno fa, Il CEO di Wolkswagen Herbert Diess ha affermato: "Rischiamo di fare la fine di Nokia. Per non perdere il primato nel mondo dell'auto, serve spingere sulla transazione al motore elettrico, mettendo da parte le vetture a idrogeno". Infatti, proprio qualche mese fa, l'azienda ha annunciato di abbandonare il famoso Maggiolino. Chi non ha saputo innovare nel proprio mercato di riferimento, non lo ha fatto per diverse ragioni e di seguito ti riporto quelle di ognuna delle quattro. 4 aziende che non hanno saputo innovare 1 - Nokia: tutti noi ne avevamo uno tra le mani prima del 2009 e probabilmente negli anni ne abbiamo cambiati diversi. Era il cellulare più alla moda: un must per grandi e per teenager, talmente robusto da resistere a qualsiasi urto o caduta. Il Nokia era una vera e propria istituzione. "Non c’è alcuna possibilità che l’iPhone acquisirà quote significative di mercato", disse il CEO dell'azienda finlandese con grande presunzione, agli inizi del 2007. Apple non venne considerata una minaccia. Negli anni successivi, però, capirono che i consumatori iniziavano ad apprezzare il telefono senza tastiera e lanciarono, quindi, il Lumia. Non fu un trionfo. Le quote di mercato scesero di anno in anno. C'è da dire che Nokia, attualmente, sta commercializzando smartphone e si sta nuovamente adattando alle nuove tecnologie, proponendo anche buoni prodotti. Il mercato però è così saturo che la lotta è tra colossi come Apple, Huawei, Samsung, Xiaomi e altre aziende che detengono piccole quote di mercato. Ma oramai è troppo tardi e rischia nuovamente di farsi del male. "Gli ultimi saranno i primi", si dice. In questo caso è l'esatto contrario. 2 - BlackBerry: "Se quell'affare prende piede, stiamo competendo con un Mac, non con un Nokia", queste le parole di Mike Lazaridis, ex co-CEO di Blackberry. L'azienda ha sottovalutato Apple, convinta dalle quote di mercato che deteneva in quegli anni. La lotta, in effetti, a quei tempi era tra loro e Nokia. BlackBerry era il telefono per "professionisti", destinato ad un pubblico che ne apprezzava le caratteristiche estetiche e tecniche. Nokia, invece, era il cellulare di massa e perfetto per qualsiasi età. Nonostante tutto BlackBerry, in seguito all'entrata sul mercato di Apple (2007), si convinse a produrre uno smartphone: il modello Storm. Progettato in pochi mesi e lanciato in ritardo, ebbe un piccolo successo momentaneo, ma l'ascesa di Apple fu veloce, inarrestabile. Anche qui era troppo tardi. Quella di BlackBerry fu semplicemente una risposta (neanche troppo voluta e in linea con la sua natura) ad una tecnologia rivoluzionaria proposta dall'azienda Cupertino, ben studiata sia dal punto di vista del marketing che del design. Ma non solo. Apple ha avuto la capacità di creare una vera e propria community di persone talmente innamorate del prodotto, da fare la fila diverse ore pur di accaparrarsi il primo iPhone. La mela morsicata divenne uno status symbol (e lo è tutt’ora). Apple ha cambiato completamente le carte in tavola e ha annientato sia Nokia che BlackBerry, che non contenta, nel 2015 torna nuovamente sul mercato con un altro prodotto: BlackBerry Priv, ma anche questo fu un flop annunciato. Oggi, l'azienda dopo diversi anni di crisi, dovuta appunto ad un crollo epocale, si occupa di servizi software e di sicurezza digitale per aziende e governi. 3- Blockbuster: “Né RedBox, né Netflix sono lontanamente sul nostro radar in quanto a competitività.” dichiarò nel 2008 Jim Keyes, l’ex CEO di Blockbuster. Otto anni prima, nel 2000, Reed Hastings propose proprio a Blockbuster una cifra pari a 50 milioni di sterline per l'acquisizione di Netflix (che inizialmente si presentava sul mercato con il noleggio di DVD con consegna a casa). Blockbuster, all'epoca, aveva una distribuzione di negozi capillare in tutto il mondo. "Che facciamo stasera, guardiamo un film? Andiamo da Blockbuster", tutti noi l'abbiamo detto per anni. Sembrava di essere in America: film e patatine in un ambiente unico. Entrare da Blockbuster era davvero un’esperienza unica, che ancora ricordo perfettamente. La storia di oggi, però, la conosciamo tutti: Blockbuster è fallita e Netflix è in continua crescita, nonostante l'arrivo sul mercato di Amazon Prime, Disney + e HBO. Ne vedremo delle belle. 4- Kodak: "Le foto su uno schermo non le guarderà nessuno", dissero i vertici dell'azienda. La Kodak era sinonimo di fotografia e lo è stata dal 1888 ai primi anni del 2000. Nel 2012 dichiarò il fallimento. Il digitale prese il sopravvento e le pellicole iniziarono a sparire. Il paradosso è che nel 1973 Steve Sasson (ex CEO di Kodak) inventò la prima fotocamera digitale, che però pesava 3.6 kg e le dimensioni erano improponibili, motivo per cui non è stata nemmeno lanciata sul mercato. Fu brevettata e poi messa in un cassetto perché oltre ad aver bisogno di essere perfezionata, probabilmente i tempi non erano ancora maturi. Kodak ha sfiorato la bancarotta nel 2012 e oggi, solo dopo tanti anni, ha saputo reinventarsi con l'obiettivo di diventare “leader tecnologico in grado di servire i mercati commerciali delle immagini, come la stampa a livello commerciale e i servizi professionali”. Abbandonando quindi il mercato delle macchine fotografiche e orientandosi ad un mercato più professionale. Tra le quattro, è stata l'unica assieme a BlackBerry che dopo molti anni ha saputo reinventarsi seppur in altri settori. Mentre Nokia continua imperterrita a rincorrere un mercato trafficatissimo di competitor già affermati. Timing errato, presunzione di essere invincibili e incapacità di leggere il futuro e i cambiamenti radicali, sono queste, e sicuramente altre, le motivazioni per cui queste aziende hanno perso la loro leadership. La principale ragione che accomuna queste quattro aziende (e non solo queste, ma sono le più rappresentative) è certamente l'avvento del digitale, delle nuove tecnologie e quindi dell'uso delle stesse. I consumatori di oggi richiedono velocità, possibilità di utilizzare servizi e prodotti in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo. Un futuro che cambia alla velocità della luce. Siamo nell'era in cui ogni problema può essere risolto in frazioni di secondo: una ricerca su Google, un Whatsapp, una foto con il cellulare, una condivisione sui social network, una videochiamata, un biglietto aereo acquistabile in pochi minuti, servizi a domicilio di qualunque tipo (spesa, farmaci, cibo ecc.). Le più grandi innovazioni avvengono non per volere dei consumatori, ma perché qualcuno ha compreso dei bisogni latenti delle persone, introducendo servizi o prodotti nel modo giusto e al momento giusto. "Se avessi chiesto ai miei clienti cosa volevano, mi avrebbero risposto: un cavallo più veloce." Henry Ford Nei prossimi articoli, invece, riporterò le aziende che hanno innovato, e lo stanno ancora facendo. Sono un "cazzeggiatore" professionista su Linkedin, da poco trentunenne, interista credente e da calabrese (testardo) purosangue sono un amante del mare. Odio con tutto il cuore il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. |