Il denaro, quando è cominciato ad arrivare a palate, ha influenzato noi tutti. Non molto, e non per molto, perché nessuno di noi è stato motivato dal denaro. Ma è questa la natura dei soldi. Che tu ne abbia o meno, che ne voglia o meno, che ti piacciano o meno, cercheranno di definire la tua vita. Il nostro compito di essere umani è fare in modo che non sia così." SCHEDA DEL LIBRO
A chi lo consiglio A qualsiasi persona. Cosa impari Phil Knight ci racconta come ha trasformato una piccola azienda d'importazione di scarpe giapponesi negli Stati Uniti in una multinazionale. Dalla Blue Ribbon Sports a quella che oggi conosciamo come Nike, il passo non è stato breve. Una strada lunga, anzi lunghissima e tortuosa, che ha portato il suo fondatore a raggiungere il suo sogno (da lui definito "idea folle") di lasciare un segno in questo mondo. Voleva vincere. Non sapeva come, quando e in che modo. Phil prima o poi avrebbe trionfato e lo ha fatto credendo ostinatamente nel suo progetto, con l'appoggio di collaboratori fedeli e appassionati di sport, proprio come lui. Un libro illuminante, pieno di emozioni e denso di significato. "L'arte della vittoria" non è solo la storia del fondatore di uno dei brand più importanti al mondo, ma è un appello a non mollare mai, ad inseguire ossessivamente il proprio obiettivo a qualunque costo, affrontando numerose avversità. Di Knight appare un uomo dal grande valore umano, sincero, schietto, competitivo, umile, resiliente, onesto e fedele. La fragilità, che a tratti emerge in alcune situazioni, lo rende un uomo comune che ha raggiunto un traguardo incredibile: fondare una delle aziende più importanti al mondo e che, ancora oggi, ispira milioni di persone. Descrizione e frasi salienti "L'arte della vittoria" di Phil Knight è comunemente ritenuta una delle autobiografie più interessanti in assoluto. Se prima di leggerla mi chiedevo il perché e cosa ci fosse di così speciale in questo libro, adesso non posso che confermare tale tesi. Banalmente potrebbe sembrare la storia di Nike, ma sostanzialmente è il racconto romanzato di anni di vita del fondatore e rappresenta una vera e propria storia di successo di un imprenditore che ha superato qualunque difficoltà: bancaria, logistica, familiare e soprattutto economica, prima di realizzare un'azienda da migliaia di dipendenti. Un uomo che ha creduto in un sogno, lo ha inseguito, cercato e realizzato. Quando si parla di perseveranza, passione e resilienza, questo libro sintetizza perfettamente questi tre concetti. Oltre alle spiccate doti imprenditoriali, ci tengo a sottolineare anche le sue capacità narrative. Knight è ironico, minuzioso nei dettagli, così chiaro e diretto che arriva ad emozionare il lettore. Il libro, da cui emerge un forte senso romanticismo, racchiude una serie di valori come la fedeltà, l'onestà, l'amicizia, l'amore per la famiglia e per i figli e la lealtà nei confronti di chi ha condiviso con lui gioie e dolori, successi e insuccessi. Infine, affiora l'immensa passione per lo sport, una vera e propria vocazione. Nello sport si può vincere e si può perdere: Knight ha vinto e Nike è il suo meritatissimo trofeo. Dall'Oregon al Giappone per inseguire la sua "idea folle" Knight è un giovane di belle speranze dell'Oregon, amante dello sport e con un sogno nel cassetto. O meglio, quella che lui definisce "idea folle". Non di lavorare per una grande azienda, ma di distribuire scarpe giapponesi in America. Spinto dalla sua curiosità e dalla perseveranza che lo contraddistingue, decise di fare un viaggio in Europa, Africa e Asia, passando dal Giappone, dove ha avuto modo di incontrare una nota azienda di scarpe: la Tiger (oggi Asics). Si preparò così bene a trattare con i giapponesi, studiandone modi di fare e di agire, che ottenne la distribuzione del marchio nel suo paese. Tutto ebbe inizio da questo momento. Da lì a poco comprese che da solo non sarebbe arrivato da nessuna parte. La prima persona che decise di coinvolgere è stato un tale Bill Bowerman, suo vecchio allenatore, che si rivelò un elemento chiave: a tal punto da diventare fondatore della Blue Ribbon Sports nel gennaio del 1964, quindi di Nike nel 1971. Successivamente si aggiunsero altri personaggi fondamentali, come Jeff Johnson (colui che ha consigliato il nome Nike), Woodell, Caroline Davindson e via dicendo. Da lì in poi un susseguirsi di successi e insuccessi. Una lunga serie di alti e bassi. Una volta divenuti i distributori ufficiali del marchio Tiger in America, non sono mancati i problemi logistici dovuti alle spedizione della merce, gli intoppi burocratici, i problemi con le banche e visti i tempi, le difficoltà di comunicazione tra lui e i referenti giapponesi. I viaggi in Giappone divennero sempre più frequenti, coerentemente con l'aumento degli ordini e quindi del fatturato della Blu Ribbon Sports. La crescita fu così importante che Knight e il suo socio decisero di sviluppare una rete commerciale più capillare in diverse zone dell'America. Il fatturato aumentava di anno in anno e di conseguenza anche gli ordini. Ma questo non bastò. Le vendite, secondo l'azienda giapponese non era sufficienti per un paese così vasto come l'America e Knight ebbe la (giusta) che stessero cercando nuovi distributori. I rapporti tra lui i suoi referenti (l'ultimo era Kitomi) si iniziarono a logorare e la famosa "idea folle" iniziò a prendere forma. Knight, assieme al suo fedele compagno di avventure, viste le problematiche dovute alla distribuzione di un prodotto non proprietario, decise di sviluppare una scarpa creata da loro. Assumendosi tutti i rischi del caso. Entrambi avevano le competenze, l'esperienza e la passione per provarci. Non fu facile, perché i soldi sono sempre stati un ostacolo e le banche, vista l'instabilità e la mancanza di risorse provenienti dalle scarpe Tiger, iniziarono a fidarsi sempre meno. A quanto pare neanche questo fu un ostacolo così insormontabile. La Blue Ribbon Sports era la loro vita, l'unica vera ancora di salvezza. Bisognava andare avanti e credere nella grande "idea folle" di Phil, a qualunque costo. Dalle ceneri della Blue Ribbon, stava per nascere qualcosa di incredibile. "Allora quale sarà il nome: Falcon, Bengal o Dimension Six?" Andò proprio così. I nomi su cui erano indecisi Knight, Woodell e Jonhson erano proprio questi. Ma a quest'ultimo continuava a non piacergliene nessuno. Probabilmente aveva ragione. Un giorno Jonhson chiamò Woodell per informarlo di aver avuto, nel bel mezzo della notte, un'intuizione sul nome da dare all'azienda: Nike. Proprio come la dea della vittoria. Tutto iniziava ad avere un senso. "Che cosa c'è di più importante della vittoria", sostenne Knight. Del resto la vittoria è sempre stata la sua unica ossessione. Quel nome era perfetto e suonava bene. Il logo più celebre al mondo è costato solo 35 dollari! Ebbene sì. A Caroline Davidson sono bastate 17 ore e 35 dollari per creare lo swoosh che tutti noi conosciamo. Un brand che oggi vale miliardi di euro. Da questa storia, a mio parere, emergono 5 importantissime lezioni: - Insegui il tuo sogno, la tua passione, la tua vocazione e non farlo per soldi; - Non puoi fare tutto da solo, crea un team di persone fedeli, competenti e vincenti; - Non mollare davanti ai tantissimi ostacoli della vita; - Trasforma le avversità in opportunità; - Dagli errori si possono imparare tantissime cose. Adesso vuoi leggere altre autobiografie o libri sulla crescita personale? Se hai 5 secondi lascia un feedback, bastano due CLICK e condividi la recensione! Segui la pagina facebook per rimanere aggiornato. |
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