“Gli eventi che non sono ripetibili vengono ignorati prima che accadano e sopravvalutati dopo (per un po’ di tempo). Dopo un Cigno nero, come quello dell’11 settembre 2001, la gente si aspetta che si ripeta, quando invece le sue probabilità sono diminuite.” Nassim Taleb SCHEDA DEL LIBRO
A chi lo consiglio A qualsiasi persona. Cosa impari "Il Cigno nero" di Nassim Nicholas Taleb esplora l'aspetto psicologico di ciò che percepiamo come eventi casuali, dimostrando che in realtà si rivelano essere più probabili di quanto pensiamo. Taleb chiama questi "Cigni neri" in base all'unica certezza europea che tutti i cigni fossero bianchi. Secondo l’autore, molti avvenimenti e grandi scoperte ne subiscono la logica: l’attacco alle torri gemelle del 2001 non sarebbe mai avvenuto se fosse stato previsto e, allo stesso modo, lo Tsunami del 2004 avrebbe fatto poche vittime qualora lo si fosse atteso. Il libro ci offre una migliore comprensione dei nostri difetti quando si tratta di fare previsioni. Questo può aiutarci a riconoscere quando il nostro giudizio è offuscato dalla nostra propensione nel cercare conferma di quello che già pensiamo, ignorando qualsiasi tesi contraria. Quello che l'autore chiama "fallacia narrativa" e "bias di conferma". Inoltre, imparerai perché pensare come un tacchino potrebbe essere dannoso per la tua salute e per la tua vita. Descrizione e frasi salienti Non potevo esimermi dal leggere un libro di tale importanza. "Il Cigno nero" di Taleb è un saggio che accorpa in unico testo materie come storia, economia, filosofia, scienze e matematica. Per tale ragione, può risultare poco scorrevole e necessita di una lettura approfondita (non è la classica lettura serale, per intenderci). L'autore dimostra una completa padronanza in ogni materia, avvalorata da un approccio scettico alla conoscenza - si definisce un empirista scettico - di cui ne fa una filosofia di vita (vedi "L'antibiblioteca di Umberto Eco": l'importanza dei libri non letti) e invita il lettore a non trattare la conoscenza come un tesoro, ma come un processo in continua evoluzione. Taleb si presenta come arrogante, sicuro di sé, completamente fuori dagli schemi e ipercritico con dirigenti, banchieri e illustri pensatori, ma nel contempo l'ho trovato brillante e geniale. A tratti divertente, a tratti noioso. Tutto il contrario di tutto. Questo libro può essere amato o odiato, non ci sono mezze misure. La prima metà di questo libro è la più forte e riassume in gran parte i concetti chiave, dopo di che Taleb tende a ripetersi un po' e potrebbe risultare prolisso. Ammetto di non avere le competenze per confermare se tutto quello che riporta si avvicina alla realtà, ma a prescindere da questo, la ritengo una lettura indispensabile perché porta ad aprire mente e aiuta a sviluppare il pensiero critico. Cosa sono i "cigni neri" “Gli eventi che non sono ripetibili vengono ignorati prima che accadano e sopravvalutati dopo (per un po’ di tempo). Dopo un Cigno nero, come quello dell’11 settembre 2001, la gente si aspetta che si ripeta, quando invece le sue probabilità sono diminuite.” Un cigno nero era usato fin dai tempi dei romani come esempio di qualcosa di così raro da non esistere, ed era opinione diffusa in Europa che tutti i cigni fossero bianchi. Poi, un giorno, un esploratore olandese in Australia ha avvistato un cigno nero e da lì è stata demolita ogni credenza sulla visione del mondo. I cigni neri sono eventi che la gente ingenuamente presume non accadranno. Ma quando si manifestano, sostiene, li facciamo apparire retroattivamente plausibili piuttosto che accettare che la casualità abbia una forte influenza. L'effetto di un cigno nero, però, non è lo stesso per tutti noi. Alcuni ne saranno fortemente influenzati, altri quasi per niente. Il potere del loro effetto è in gran parte determinato dal tuo accesso a informazioni rilevanti: più informazioni hai, meno è probabile che tu venga colpito da un cigno nero; e più sei ignorante, più sei a rischio. Taleb sottolinea quanto è importante "sapere ciò che non si sa", proprio per ridurre notevolmente il rischio di trovarsi impreparato in diverse occasioni della vita. L'illusione di quello che pensiamo di sapere “Le prove dimostrano che pensiamo assai meno di quanto crediamo, tranne, naturalmente, quando ci pensiamo.” La verità è che siamo troppo fiduciosi di conoscere tutti i possibili rischi da cui dobbiamo proteggerci. Questo è quello che l'autore chiama "errore ludico" e, in base ad esso, tendiamo a gestire il rischio come se fosse un gioco, con una serie di regole e probabilità che possiamo determinare prima di giocare. L'errore ludico non è altro che la falsa convinzione che la vita funzioni come un gioco o un esperimento mentale da manuale. "La fallacia narrativa" e il "bias di conferma" “Siamo creduloni rispetto a coloro che ci aiutano a governare l’incertezza.” Siamo naturalmente inclini ad avere una mentalità ristretta rispetto alle nostre convinzioni sul mondo e sulla realtà. Una volta che abbiamo un'idea di come funziona il mondo, tendiamo ad aggrapparci ad esso e a non cambiare idea. Per dare un significato a queste informazioni non collegate, le trasformiamo in una narrazione coerente. Questa è la fallacia narrativa, nonché una distorsione della realtà di natura biologica, dovuta al fatto che il nostro cervello riduce l'elaborazione di nuove informazioni e per pigrizia ci ancoriamo a pensieri già esaminati. Quando ci imbattiamo in informazioni che vanno contro ciò che già crediamo, è improbabile che non le accettiamo e ancor meno è probabile che indagheremo ulteriormente. Se indaghiamo, quasi certamente cercheremo fonti che confermano la nostra tesi. Questo errore è il bias di conferma: spesso cerchiamo prove solo per quelle convinzioni che abbiamo già formato, anche nella misura in cui ignoriamo qualsiasi prova che le contraddica. Non pensare come un tacchino “Gli esseri umani, infatti, credono a qualsiasi cosa venga detta loro, purché non si mostri il minimo segno di scarsa fiducia in se stessi; come gli animali, riescono a rilevare la minima insicurezza prima ancora che venga espressa.” Immagina di essere un tacchino che vive in una fattoria. Negli anni l'agricoltore ti ha nutrito, ti ha lasciato vagare liberamente e ti ha fornito un posto dove vivere. Usando il passato come guida, non c'è motivo di aspettarsi che il domani sia diverso. Ahimè, domani è il Ringraziamento e vieni decapitato, riempito di spezie, gettato in un forno e divorato da chi per tanto tempo ti aveva ospitato e nutrito. Il massacro del tacchino è un cigno nero, un evento inaspettato che il tacchino non aveva previsto. Lo scopo di questo libro è proprio quello di trasmettere lo scetticismo filosofico, in poche parole: smettere di pensare come un tacchino, che non vuol dire essere diffidenti a qualsiasi informazione, ma usare il proprio intelletto per ragionare, pensare e pesare tutti gli avvenimenti della vita. Adesso vuoi leggere altri saggi? Se hai 5 secondi lascia un feedback, bastano due CLICK e condividi la recensione! Segui le pagine Linkedin e Facebook per rimanere aggiornato. |
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