Rispetto per tutti, paura di nessuno. SCHEDA DEL LIBRO
A chi lo consiglio Appassionati di calcio. Cosa impari L’autobiografia di Stankovic è l’emblema della grinta, del talento e della perseveranza. Un libro pieno di sfumature e di significati, di retroscena che descrivono perfettamente quanto sia difficile fare carriera nel calcio. Scoprirai come dietro a questo mondo apparentemente fatato ci sono sacrifici, fallimenti, dolori, ma anche tanta voglia di arrivare, quella che il piccolo Deki lo ha sempre contraddistinto. Come è diventato un calciatori altissimi livelli? Leggi la recensione. Descrizione e frasi salienti Un libro che racconta una storia interessante, quella di un ragazzino dalle grandi ambizioni, conscio dei propri mezzi, con la testa sulle spalle. Un lavoratore nato, un professionista vero. A dispetto di molti calciatori, famosi più per le gesta fuori dal campo, Deki ha sempre rappresentato la classe lavoratrice (come la definisce lui), prima il sacrificio, il lavoro, poi i risultati. Una storia che vale la pena leggere per capire i valori e l’impegno di un ragazzino che ha scritto diverse gloriose pagine del calcio italiano. Il papà, ex calciatore, gli chiedeva spesso di tirare il pallone al muro per ore per colpire un punto preciso. Dejan si annoiava. Il padre ribatteva: “Continua pure a tirare bene, un giorno capirai”. Stankovic è nato alla Stella Rossa, storico club serbo, in cui ha fatto tutta la trafila dalle giovanili fino alla prima squadra, dove ne diventa un idolo. Deki, così chiamato dai compagni di squadra ci mette poco a diventare il fulcro della squadra. Un carattere da vendere, talento, potenza, grinta e mezzi tecnici superiori alla media. Così nel ’98 lo nota la Lazio, ma su di lui ci sono Roma, Glasgow Rangers, Juventus, Paris Saint-Germain. Il suo manager gli propone l’allettante offerta dei biancocelesti e l’affare è fatto. Alla Stella Rossa vanno 24 miliardi delle vecchie lire. Eriksson, il suo prossimo allenatore, stravede per lui e lo accoglie a braccia aperte: “E’ fantastico. Può giocare in tutte le squadre del mondo. Lo aspetto nella Lazio”. Ma arriva soprattutto per merito di un suo connazionale, noto agli appassionati di calcio, Vladmir Jugovic, che avrebbe scommesso su di lui. Aveva ragione. Inizia il crollo emotivo: lascia la famiglia, gli amici, la sua terra e il suo club. Lascia un popolo in una situazione politica molto complessa e si porta dietro pensieri, incertezze, ma tanta rabbia e spirito combattivo. Arriva a Roma di pessimo umore ma trova un mister che lo reputa il calciatore più forte e completo, in prospettiva, della rosa. Ma soprattutto trova un fratello: Sinisa Mihajlovic, il leader della Lazio che inizia a prendersi cura di lui. A poco a poco diventa anche una bandiera della Lazio e in sei stagioni vince una Coppa Uefa, uno scudetto e altri trofei. Ma Deki inizia ad attirare l’attenzione anche dei grandi club: Juve e Inter sono su di lui. Diventa neroazzurro e questa maglia si tramuta nella sua seconda pelle. Pur di andare a Milano perde cinque mesi di contratto con la Lazio. All’Inter prende subito la guida del centrocampo e conquista immediatamente i tifosi della beneamata. Ha cuore, grinta e una voglia di giocare come pochi. Il San Siro storicamente apprezza giocatori di questo calibro. Manca solo un obiettivo nella sua carriera, oltre a vari scudetti e coppe vinti, la Champions League non fa parte della sua bacheca personale. Ma arriva Mourinho, che punta su di lui e promette a tutta la squadra di portare a Milano una coppa che manca da oramai 45 anni. Deki incorona un sogno: il triplete (Champions League, Scudetto e Coppa Italia) e chiude la sua splendida carriera proprio in nerazzurro nel 2013. In qualsiasi squadra in cui ha militato è sempre stato un leader, sempre rispettato, mai una lite, ma un grande lavoratore e trascinatore. “La classe lavoratrice la chiamo io. Sono tutti dalla mia parte, io li porto con me, sul palmo della mano. Un rispetto di cuore e reciproco”. Deki è stato un calciatore unico per il nostro campionato e lo ricorderemo soprattutto per sua umanità, il suo carattere, la sua voglia di lottare in risposta ad una terra natia che lo ha temprato, ferito, ma mai sconfitto. Stankovic ha vinto tutto ciò che c’era da vincere, ha vinto nella vita e nel calcio. Consiglio di leggere tutto il libro per scoprire gli aneddoti della sua carriera! Aspetta, non scappare! Adesso vuoi leggere altri libri sullo sport? Se hai 5 secondi lascia un feedback, bastano due CLICK e condividi la recensione! Segui le pagine Linkedin e Facebook per rimanere aggiornato. |
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