La fiducia è la sola cura conosciuta per la paura. Lena Kellogg Sadler Il mantra è - e sarà per i mesi a venire - la fiducia. In questo periodo storico le aziende, oltre a dover essere quanto mai agili e flessibili al cambiamento, sono invitate ad offrire il proprio contribuito economico e produttivo (vedi donazioni o aiuti nel produrre materiale sanitario). Fortunatamente in Italia abbiamo decine e decine di esempi di realtà che hanno trasformato la loro produzione per aiutare il Paese. Chiaramente ogni azienda fa quello che può, ma qualcosa è chiamata a fare: l'immobilismo e il silenzio sono deleteri. Il silenzio non è una strategia vincente. I brand hanno una responsabilità incredibile. Sono chiamati a prendere una posizione, a mostrare empatia, trasmettere sicurezza e vicinanza a tutte le persone. Una parola le accomuna tutte: fiducia. Il marketing, per sua natura, crea valore, fiducia, relazioni ed è il veicolo per eccellenza per comunicare con le persone. Fare marketing adesso è fondamentale. Ogni azione strategica e operativa, come creare contenuti, campagne social, televisive o offline, deve essere necessariamente pensata per raccontare e condividere valori, per comunicare iniziative volte ad aiutare le persone o a tutela dei dipendenti, con l'obiettivo di mantenere e ribadire i valori (reali) del brand. Rassicurare, mostrare attenzione e sostegno nei confronti della collettività, sono alcuni punti chiave che ogni azienda è tenuta a diffondere, sempre in linea con la propria natura. Tutto ciò che è artefatto verrà facilmente smascherato. Solo così le persone possono sentirsi più inclini ad acquistare (in questa fase maggiormente beni di prima necessità o simili), e passato il periodo di incertezza e difficoltà economica, ci auguriamo che pian piano tutti torneranno a condurre uno stile di vita (quasi) normale. Acquistando prodotti e servizi con l'obiettivo di soddisfare i propri bisogni primari e non. In quali misure lo scopriremo solo vivendo. Il Sole 24 Ore e Fortune parlano di un possibile "revenge spending" in alcuni specifici settori. Staremo a vedere. Teniamo presente che quando l'emergenza sarà finita tutti si ricorderanno dei brand che hanno preso una posizione etica e che hanno aiutato il Paese in un momento di tale difficoltà. A sostegno di quanto detto, ti riporto due ricerche di fonti rilevanti come Edelman Trust Barometer e OgilvyConsulting. Partiamo dalla prima. Su un articolo de Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa ho letto un'indagine molto interessante. Secondo Edelman Trust Barometer - la più importante indagine globale sul tema della fiducia - in queste settimane è cresciuta la fiducia nelle aziende in maniera esponenziale. Il campione intervistato è di 12mila persone in 12 Paesi, tra cui l'Italia. Ecco alcuni dati piuttosto eloquenti: - Il 62% degli intervistati non crede che il proprio Paese riuscirà a superare la fase difficile senza il ruolo in primo piano delle marche; - Un consumatore su 3 adotta un brand per come ha risposto all'emergenza; - Due consumatori su 3 affermano che la risposta dell'azienda influenzerà gli acquisti futuri; - L'89% afferma che le marche possono essere risolutrici di problemi, sviluppando nuovi servizi e prodotti che aiutino le persone ad affrontare nuove sfide durante la pandemia; - Il 77% si aspetta che parlino dei loro prodotti solo in modo da dimostrare di essere consapevoli della crisi; Ultimo dato, quello più importante: 7 su 10 sostengono che coloro che mettono i profitti prima delle persone perderanno la loro fiducia per sempre. Di getto la prima che viene di mente Esselunga, che con i suoi spot incredibilmente efficaci (perfettamente in linea con gli standard qualitativi dei supermercati e con i valori dell'azienda), trasmette sicurezza, pulizia, ma soprattutto fiducia e vicinanza. Discorso che non vale solo per questo periodo, ma anche e soprattutto dopo questa fase quando torneremo ad uscire, avremo tutti bisogno di sentirci più sicuri e meno esposti al rischio, sia da un punto di vista sanitario che meramente economico. La nostra banca deve infonderci fiducia, altrimenti la cambieremo. Il ristorante in cui andremo a mangiare deve infonderci fiducia, altrimenti smetteremo di essere clienti. I nostri fornitori devono infonderci fiducia, in caso contrario ne troveremo degli altri. Il panettiere dietro casa deve infonderci fiducia, altrimenti saremo disposti a fare 200 metri in più per avere maggiori garanzie di igiene e pulizia. Potrei andare avanti all'infinito, ma non serve. Concludo con un estratto di una ricerca di OgilvyConsulting - agenzia specializzata in strategie e innovazione - la quale sostiene quanto sia importante che i brand siano purposeful-oriented, e che il tono di voce sia rassicurante, in modo che possa offrire una visione e una prospettiva ottimistica. Quello che stiamo vivendo è il momento ideale per trasmettere valori come: la sostenibilità, l'ambiente, la qualità, la sicurezza e soprattutto il Made in Italy. In tempi incerti le persone cercano dei leader e le azienda rappresentano un punto di riferimento e hanno una funzione di apripista e di orientamento. (Fonte: OgilvyConsulting) "La risposta giusta per le brand non è senz’altro il silenzio." GroupM, Ripensare al 2020. Anche il silenzio è una modalità di comunicazione e farlo adesso può dire tanto. Curioso per natura, sportivo dalla nascita e testardo per origini. Leggo per crescere e per esplorare nuovi mondi. Amo il marketing, la vendita, il calcio e i viaggi. Adoro i Simpson e sono un divoratore di serie tv. Odio il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. E per questo mi definiscono un calabrese atipico. |