I libri seri non istruiscono, interrogano. Nicolás Gómez Dávila Il 2020 è un anno che, nostro malgrado, ricorderemo per sempre. Complicato sotto tutti i punti di vista: sanitario, economico e psicologico. Tutti noi non vediamo l'ora che finisca e la buona notizia è che, oramai, siamo agli sgoccioli. Si chiude un decennio e ne inizia un altro. Il 2021 è alle porte e ci auguriamo di trovare la serenità che tanto desideriamo dopo mesi difficili. Nonostante tutto, ho trovato un lato positivo in questo 2020. È stato l'anno in cui ho letto più libri in assoluto. Certo, ne avrei potuti leggere molto di più, ma non è questo il punto (ovviamente non ti nascondo che il mio obiettivo è aumentare il numero dei libri letti ogni anno). Il tema fondamentale è ricordarsi cosa ha lasciato un libro, quanto ci ha aperto la mente e quante domande ci siamo posti dopo averlo finito. L'ho detto tante volte, ma ribadirlo non fa male ed è il motivo per cui continuo a comprare libri. Riporto la frase che ho inserito all'inizio dell'articolo: "I libri seri non istruiscono, interrogano." Nicolás Gómez Dávila Quando non so qualcosa, compro un libro. Più leggo di uno specifico argomento che voglio approfondire e più mi rendo conto di saperne sempre poco e ne compro altri per entrare sempre più nei dettagli (a tal proposito ho scritto un articolo "Il processo della conoscenza è come un albero"). Il tempo è prezioso e i frutti si raccolgono nel lungo periodo. Ammetto che in questi ultimi mesi ho avuto poco tempo per aggiornare il blog (principalmente gli articoli), ma noto con piacere che il traffico è sempre costante pur non facendo nessuna campagna SEO, Google apprezza i miei contenuti (tutti originali e scritti da me) e migliaia di visite arrivano direttamente dai motori di ricerca o da chi digita il direttamente il sito Chi reads. Le restanti provengono anche da Linkedin (ps. se non segui la pagina, unisciti pure). Bando alle ciance. Come promesso, ho linkato (quasi) tutte le recensioni dei libri che ho letto, i cui generi sono molto variegati e le cui scelte dipendono dal mio livello di concentrazione, dai momenti della giornata in cui leggo, dai periodi sento il bisogno di sfogliare qualcosa di più leggero o altri in cui decido di immergermi in temi specifici, alcuni molto tecnici. Difatti, troverai testi di marketing, crescita personale, business, vendita, saggi ecc. Spoiler. Il libro che in assoluto ho apprezzato di più quest'anno, è "L'arte di correre" di Haruki Murakami. Mi ha davvero emozionato e mi ha fatto rivivere tutto il mio spirito sportivo, di cui ne faccio una filosofia di vita. Fare una mezza maratona e poi, chissà, una maratona intera è il mio obiettivo futuro. Ecco la lista, anche se alcuni probabilmente li avrai già consultati in questi mesi: 1. "Innovare davvero" di Alf Rehn 2. "Human-Centric Marketing" di Matteo Rinaldi 3. "Ballando con l'Apocalisse" di Andrea Fontana 4. "Il monaco che vendette la sua Ferrari" di Robin S. Sharma 5. "L'arte della lentezza" di Véronique Aïache 6. "L'One minute manager" di Ken Blanchard, William Oncken e Hal Burrows 7. "50 segreti della scienza della persuasione" di J. Goldstein, J. Martin, B. Cialdini 8. "Chi ha spostato il mio formaggio? Il seguito" di Spencer Johnson 9. "L'arte della vittoria" di Phil Knight 10. "Dimmi chi sei" di Riccardo Scandellari 11. "L'arte di correre" di Haruki Murakami 12. "La guerra del marketing" di Al Ries & Jack Trout 13. "Il pensiero obliquo" di John Kay 14. "Il Cigno nero" di Nassim Taleb 15. "Il vicolo cieco" di Seth Godin 16. "Le 7 regole per avere successo" di Stephen R. Covey 17. "Vendere di più con l'intelligenza emotiva" di Colleen Stanley 18. "Strategie e tecniche di Marketing Automation" di Giulio Colnaghi (recensione in arrivo) 19. "Uccidi il Marketing" di Joe Pulizzi e Robert Rose (recensione in arrivo) Cosa vuoi fare adesso? Consulta la mia libreria digitale oppure raccontami qualcosa di te. ![]() Curioso per natura, sportivo dalla nascita e testardo per origini. Leggo per crescere e per esplorare nuovi mondi. Amo il marketing, la vendita, il calcio e i viaggi. Adoro i Simpson e sono un divoratore di serie tv. Odio il piccante, la 'nduja, la cipolla e l'aglio. E per questo mi definiscono un calabrese atipico. |